La variante dello “stile libero” conquista anche a Carlsen

Ju Wenjun riconferma il titolo mondiale femminile di scacchi dominando Tan Zhongyi, mentre Magnus Carlsen trionfa con un punteggio perfetto nel Grenke Chess Festival, abbracciando la variante freestyle chess per riscoprire il piacere puro del gioco

Alcuni si aspettavano, come il più delle volte accade sui più grandi palcoscenici scacchistici, un teso testa a testa da decidersi al photofinish. Altri, forse più avveduti, forse con uno sguardo all’esperienza di gioco piuttosto che al punteggio Elo, puntavano su una facile vittoria. Pochi, però, si sarebbero aspettati un risultato così schiacciante: con 6,5 a 2,5, la campionessa femminile in carica, Ju Wunjun, ha difeso il titolo mondiale nel match a dodici partite contro la connazionale Tan Zhongyi. Non, però, da imbattuta: si è lasciata sfuggire una sconfitta al secondo turno, ma in compenso ha inanellato una strabiliante serie di quattro vittorie consecutive, prima di consolidare il risultato con una patta finale.



Una campionessa, dunque, si riconferma (dal 2018), mentre gli scacchi continuano a essere sconvolti dalle fondamenta, dalle regole fondanti. Ha infatti aderito al freestyle chess (Fischer random, o Chess 960) il Grenke Chess Festival, uno dei maggiori eventi del calendario internazionale, con una sezione dedicata accanto a quella parallela classica. E per la prima volta, entro il quinto turno, si è potuto chiedere di passare dal torneo classico a quello freestyle, mantenendo i punti ottenuti (senza competere però per i premi). Gli oltre tremila iscritti, il numero di preiscritti più alto di qualsiasi evento europeo mai giocato, i nomi dei più altisonanti Grandi Maestri e il corposo montepremi sono indicatori di un interesse reale per questa variante del nobil gioco, sempre più popolare, sempre meno “eterodossa”. E tra gli altisonanti Grandi Maestri non si può non citare il nome più altisonante di tutti, quello di Magnus Carlsen, l’alfiere del nuovo gioco. Che il torneo l’ha vinto, con una sovraumana performance – nove punti su nove! –, rievocando il fantasma di Fischer e del suo altrettanto perfetto campionato statunitense del ‘64. Carlsen non si sta allontanando dal vecchio gioco solo per la percezione che ha di sé stesso (peraltro non troppo distante dalla realtà, come ha appunto dimostrato) di manifesta superiorità. Nel ricercare il piacere dell’esperienza scacchistica lo vuole fare facendone esperienza, per la prima volta, maneggiando disposizioni di pezzi mai viste prima. Come Claude Monet, che desiderava essere nato cieco per poi acquistare d’improvviso la vista, quella di Carlsen è una lotta agli schemi, al già sperimentato. A suo dire, giocare e basta, senza conoscenza delle aperture, può fornire quella gioia infantile che da bambino lo aveva stregato.



La partita: Tan Zhongyi vs Ju Wenjun, FIDE Women World’s Chess Championship, 0-1


Dopo una brillante partita, ormai in posizione vinta, la campionessa si appresta a conquistare la sua ultima vittoria. Riesci a vedere il modo più veloce per vincere per il nero?

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