Oggi hanno ancora senso i ritiri?

Allontanare la squadra da un determinato ambiente per tenerlo al riparo rischia di essere una soluzione inutile quando haters e notizie trovano il modo di farsi sentire online. La scelta di De Zerbi di portare il Marsiglia a Roma riapre il dibattito

“Canà, tagliamo la testa al toro, le rinnovo la fiducia, porti la squadra in ritiro, servirà a ritrovare l’amalgama!”. Seguendo il vecchio adagio che il presidente della mitica Longobarda Borlotti (Camillo Milli) rivolse a Oronzo Canà (Lino Banfi), Roberto De Zerbi ha deciso di rispolverare la pratica del ritiro, portando i giocatori del suo Olympique Marsiglia lontano da tutto e da tutti, alla ricerca dello spirito di squadra perduto (prima dell’ultima vittoria col Montpellier il Marsiglia aveva collezionato cinque sconfitte in sette gare di campionato). De Zerbi ha tuttavia precisato che no, non si tratta di una misura punitiva.

“Con il club abbiamo pensato di fare tutto il possibile per raggiungere i nostri obiettivi”, ha detto De Zerbi. “Dobbiamo lavorare sull’atteggiamento, sull’unione. Con Pablo (Longoria) e Medhi (Benatia), abbiamo pensato di trascorrere alcune settimane insieme per ottenere ciò che desideriamo. È qualcosa di bello, la gente dovrebbe apprezzarlo. Il club ha fatto tutto il necessario affinché fosse possibile, i giocatori hanno accettato, anche se alcuni hanno famiglia. Per un mese, tutta la nostra attenzione sarà concentrata sul calcio, affinché l’anno prossimo si possa giocare il martedì e il mercoledì (in Champions League). Non cambierà la vita dei miei giocatori, ma può cambiare la loro carriera”.

Un ritiro lungo quello previsto dal Marsiglia, con possibilità di essere prolungato fino al 18 maggio, data dell’ultima partita in programma per l’OM in Ligue 1 (contro il Rennes). Luogo di svolgimento? Roma, sede scelta da De Zerbi per allontanare il gruppo dalle pressioni di un ambiente sempre caldo come quello marsigliese. E così, au revoir alla Commanderie (il centro tecnico del club della Provenza) e bonjour al Riano Athletic Center sulla Via Tiberina, una quarantina di chilometri dalla Città Eterna, casa del Roma City (squadra che milita in Serie D).


Quella del ritiro è una tradizione tutta italiana (e infatti in Francia non è che abbiano accolto bene l’iniziativa di De Zerbi). A tal proposito, come dimenticare i ritiri ai quali Luciano Gaucci sottoponeva periodicamente i giocatori del suo Perugia, nei periodi di magra della squadra umbra?

Ma oggi, nel 2025, ha ancora senso mandare la squadra in ritiro? Con le notizie che girano in continuazione, con i social costantemente sotto mano, con giocatori che passano più tempo al telefonino che a parlare con i compagni (come accade in verità anche fuori dell’ambiente calcistico) allontanare il gruppo da un determinato ambiente, per tenerlo in qualche modo al riparo, rischia di essere una soluzione inutile.

Le notizie circolano lo stesso, gli haters trovano il modo di farsi sentire online e la concentrazione può andare a farsi benedire anche a centinaia di chilometri di distanza da casa. In più il ritiro, volenti o nolenti, conserva sempre quel sapore di imposizione calata dall’alto e di misura restrittiva della libertà del singolo che viene mal tollerata dallo spirito iper-individualista degli atleti moderni. Insomma, ai giocatori il ritiro non piace.

Detto questo, come sempre la validità del ritiro del Marsiglia verrà semplicemente valutata ina base ai risultati: positiva se l’OM dovesse centrare la qualificazione alla prossima Champions, negativa in caso contrario.

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