I giorni di preghiera, di silenzio, di lutto, di raccoglimento saranno utili, per chi crede e anche per chi non crede, per provare a capire se la Chiesa del futuro avrà il dovere o no di cambiare le sue coordinate quando ragiona sul tema pace
Nella dottrina di Sant’Agostino, la guerra giusta esiste, esiste anche per la Chiesa. E nel catechismo della Chiesa cattolica (paragrafo 2.309 del documento dottrinale pubblicato nel 1992 sotto Giovanni Paolo II), il concetto viene esposto ancora con più chiarezza, e si specifica che per essere giusta una guerra deve essere un atto di “autodifesa”, in cui l’intervento deve avvenire solo dopo il fallimento di altri mezzi per fermare un danno “duraturo, grave e certo” e che l’intervento deve avere “serie possibilità di successo” e non portare a “mali o disordini più gravi del male che si propone di eliminare”.
Quello che state leggendo è un estratto dalla newsletter del direttore Claudio Cerasa, La Situa. Potete iscrivervi qui, è semplice, è gratis
Il passaggio da un pontificato all’altro offre infiniti spunti di riflessione. Ma i giorni di preghiera, di silenzio, di lutto, di raccoglimento saranno utili, per chi crede e anche per chi non crede, per provare a capire se la Chiesa del futuro avrà il dovere o no di cambiare le sue coordinate quando ragiona sul tema pace.
Continuità o discontinuità. Il domani della chiesa, e il suo ruolo nel mondo, in fondo passa anche da qui.