Una serigrafia del maestro della pop-art finisce tra i rifiuti durante i lavori nel municipio della cittadina olandese. I manovali non l’hanno riconosciuta, ma forse avevano solo capito tutto
Nemmeno Andy Warhol ha superato la prova Bellavista. Colpevolmente, gli olandesi non si pascono dei film di Luciano De Crescenzo, ergo non hanno guardato “Il mistero di Bellavista” né, tanto meno, la scena in cui viene posto questo problema: se un terremoto distruggesse una villa e fra le macerie si trovasse un quadro di Luca Giordano (1634-1705), un muratore riconoscerebbe che si tratta di un’opera d’arte pur non avendo studiato; se fra mille anni un muratore trovasse invece fra le macerie un’opera che riproduce un gabinetto, penserebbe che è un’opera d’arte oppure un cesso scassato? Ignari di questo dilemma, gli amministratori della cittadina di Maashorst hanno notato che in municipio non si trovava più una serigrafia di Warhol che ritraeva la regina Beatrice e risaliva al 1987; indagando, hanno scoperto che, nel corso di lavori di restauro dell’edificio, l’opera d’arte era finita nella pattumiera, scambiata per un qualsiasi poster dozzinale. Prontamente, il comune di Maashorst si è profuso in scuse per l’accaduto, scaricano la responsabilità sull’imperizia dei manovali, senza pensare che, per la pop-art, cosa può esserci di più rilevante dell’istintivo giudizio del popolo?