Londra e Bruxelles verso un nuovo accordo post uscita del Regno Unito dall’Ue: summit il 19 maggio. Difesa, pesca, giovani e commercio al centro del dialogo tra Starmer e von der Leyen per un partenariato pragmatico
Bruxelles. “Questo è il momento di costruire una partnership con l’Unione europea che vada incontro alle necessità del nostro tempo”, ha detto ieri il premier britannico, Keir Starmer, prima di incontrare la presidente della Commissione, Ursula von der Leyen, a Londra. Il reset della Brexit si avvicina. L’appuntamento è stato fissato per il 19 maggio, quando si terrà il primo summit tra il Regno Unito e l’Unione europea dopo la Brexit. “Siamo amici ed europei – ha detto von der Leyen – Abbiamo idee molto simili. Condividiamo gli stessi interessi e gli stessi valori. Affrontiamo le stesse sfide, ma siamo complementari anche nella difesa delle nostre democrazie”. Gli sconvolgimenti geopolitici ed economici provocati da Donald Trump spingono le due parti a superare tabù e linee rosse. Dalla difesa alla pesca, dalla mobilità dei giovani alla giurisdizione della Corte di giustizia dell’Ue, tutto è sul tavolo. Starmer si è fatto coraggio ed è pronto a sfidare l’onda elettorale di Reform Uk, il partito di Nigel Farage che raccoglie sempre più consensi nei sondaggi. “Non si tratta di ideologia o di un ritorno alle divisioni del passato, ma di pragmatismo spietato e di ciò che funziona nell’interesse nazionale”, ha spiegato sul Guardian Nick Thomas-Symonds, il negoziatore capo di Starmer con l’Ue. “Il mio governo è stato eletto per realizzare il cambiamento. Coglieremo l’occasione per migliorare la vita dei lavoratori e garantire alla Gran Bretagna stabilità e sicurezza a lungo termine”, ha detto Starmer.
La parternship sulla difesa e la sicurezza rischiava di essere compromessi da vecchie dispute minori. Il governo Starmer finora ha rifiutato di aprire un negoziato sulla mobilità dei giovani, costretti a prendere un visto per andare studiare da una parte e dall’altra della Manica. Qualche esitazione c’è ancora, perché la mobilità giovanile suona come immigrazione. Ma fonti della Commissione e di Downing Street hanno confermato che il negoziato è in corso. Da parte europea, il principale problema è l’insistenza della Francia per trovare un accordo con il Regno Unito sulla pesca. L’accesso alle acque britanniche per i pescatori dell’Ue e le quote di pesca stabilite dopo l’uscita del Regno Unito scadono a giugno del 2026. Per mesi Parigi ha insistito per fare della pesca una precondizione per concludere qualsiasi tipo di accordo con Londra, anche sulla difesa. La posizione francese era minoritaria e ha provocato tensioni interne all’Ue di fronte al disimpegno di Trump sulla sicurezza dell’Europa. “La difesa europea e la pesca non possono essere messe sullo stesso livello. Dobbiamo avere buon senso”, ha detto il presidente del Consiglio europeo, Antonio Costa, a febbraio. “Sono sorpresa di quanto sia importante il pesce, vista la situazione di sicurezza”, ha ribadito l’Alto rappresentante, Kaja Kallas, a inizio aprile. Il compromesso su cui stanno lavorando Bruxelles e Londra – una proroga di due anni delle licenze e delle quote di pesca – non soddisfa pienamente Parigi, che avrebbe voluto un nuovo accordo per cinque anni. Ma il compromesso dovrebbe consentire di andare avanti sulla difesa.
La partnership sulla difesa consentirà al Regno Unito di partecipare allo strumento Safe lanciato dalla Commissione per fornire 150 miliardi di prestiti agli Stati membri per riarmarsi. La clausola “buy european” si estenderà alle armi prodotte anche oltre la Manica. Ma l’ambizione del reset va oltre. Il “deal” sulla difesa, che dovrebbe essere firmato al summit del 19 maggio, potrebbe essere accompagnato da un documento sulla potenziale cooperazione nei settori dell’energia, il sistema di scambio di emissioni Ets, i controlli sanitari e fitosanitari per facilitare lo scambio di merci tra le due sponde della Manica. Pur restando formalmente fuori dalle strutture dell’Ue, come il mercato unico e l’unione doganale, il governo Starmer dovrebbe accettare il principio dell’allineamento dinamico alla legislazione comunitaria e della giurisdizione della Corte europea di giustizia in alcuni settori. Per i brexiters sarà insopportabile.