La collera di Schlein. Ricorda Francesco ma attacca la destra ipocrita, “con la coscienza sporca”. Il Pd ora tifa Zuppi Papa

Si scaglia contro le politiche di Meloni, la destra non la applaude ma la critica, il Pd resta attonito, lei dice: “Dovevo farlo”. Orfana di Francesco la sinistra spera nel cardinale di Bologna

Il Pd è Zuppi di dolore: ha un Papa in paradiso, ma non ha più riferimenti sulla terra. La morte li stravolge. Elly Schlein, come una Maddalena, dice che Francesco “non merita l’ipocrisia di chi deporta i migranti, nega l’emergenza climatica”, Laura Boldrini applaude la segretaria perché “ha dato a Bergoglio quello che è di Bergoglio”. Il lutto si addice alla sinistra. Orfani nuovamente. Schlein commemora il Papa ma il ricordo si trasforma in un’invettiva contro Meloni perché, racconta Elly Maddalena, sul Golgota, la zona fumatori: “A destra hanno la coscienza sporca. Dovevo farlo, dovevo essere severa, dura”. Francesco è morto, in Argentina governa un liberista con la motosega, Meloni è amica di Trump: è un inferno. Fazzolari, pietà; Mantovano, pietà; Tajani, pietà. Il deputato del Pd Toni Ricciardi riconosce che alla sua parte di mondo è “rimasto solo lo spirito santo”, il compagno Marco Sarracino ne chiede una goccia ma purtroppo “non ho il dono della fede”. Siamo alla Camera, la perdente, il lato mancino. Il capogruppo Pd Ciccio Boccia è commosso e tifa, insieme a Pierferdinando Casini, il cardinal Zuppi di Bologna, la città miracolo, la nuova Cuba-Nazareth.


Il reverendissimo Nicola Fratoianni, arcivescovo delle Tesle, le Filippine dei motori, ammette che è un collasso e che “Francesco non si sostituisce facilmente”. Un’apocalisse. Meloni con il suo decreto ha imposto che il 25 aprile si debba celebrare in stile “sobrio” e dunque niente più Modena City Ramblers a palla e niente più “Bella Ciao” che partiva puntualmente dopo aver divorato 400 grammi di salsiccia, sbevazzato una cantina di vino guasto e la pastiera rimasta in frigorifero. Attenti alle muffe. Il dramma è serio. Cosa resta all’opposizione?

Gianni Cuperlo, che fa sempre letture di valore, e che dialoga con il vaticanista Alberto Melloni, racconta che con la morte di Francesco scompare il Papa del “pulpito e del trono”. Passa il camerlengo del Quirinale, Pierluigi Castagnetti, e anche lui, con dolcezza, dice che sì, “la sinistra non ha più riferimenti nel mondo, bisogna attrezzare un nuovo pensiero”. Il verde Angelo Bonelli se potesse piangerebbe come un bambinello (è stato anche chierichetto) perché è cresciuto con due zii preti, padre Angelo Cacciatore e Don Giuseppe Cacciatore, autore di due fondamentali testi su Tommaso d’Aquino. Matteo Renzi, Giuseppe Conte, Giorgia Meloni, perfino Lorenzo Fontana hanno preso un pezzo di Francesco, una telefonata, ma nessuno lo piange come la sinistra. Barack Obama si è rifugiato in convento, si fa per dire, con la sua Michelle, e i farisei del web malignano che la tradisca; Tony Blair si è perso per strada; l’economista Piketty suona ai matrimoni, anche questo si fa per dire; Fabio Fazio, per disperazione, ha detto a Michela Serra: “Entra, parla tu”, e questa è cronaca, e non si fa per dire.

La sinistra non si vende neppure in libreria. Pensa Cuperlo che ci sarebbe il libro di Saito Kohei, e lo consiglia, ma non siamo certo ai livelli di Marx e a dirla tutta neppure a quelli di Stefano Rodotà, buonanima. A pena si aggiunge pena. La Lega fa ricordare Francesco dalla dotta Simonetta Matone che usa l’aggettivo “spiazzante”. Seduto su una poltrona il visconte di Quarto Oggiaro, Igor Iezzi, sempre Lega, dice che “Papa Francesco sull’aborto era andato oltre Trump”. Una via Crucis. Fuori dalla Camera si aggira Giovanni Donzelli, il fratello d’Italia, che rimette le cose a posto, ma quello suo: “Francesco era un peronista”. L’ora è giunta. Iniziano le commemorazioni e Schlein, che sembra Schlein al Tempio di Gerusalemme, via la destra dal tempio, fa il discorso più politico che abbia mai fatto in due anni e mezzo, perché “Francesco non merita l’ipocrisia di non chi non gli ha mai dato ascolto e adesso affoga nella retorica”, ma capolavoro finale riesce a inserire anche il “nero”, che non guasta mai (e Meloni è vestita di nero lutto, Salvini indossa una cravatta blu elettrico, dello stock Trump) perché “in un mondo che sta ricadendo negli errori che hanno tinto di nero la storia dell’umanità, la scomparsa di Francesco ci priva di una voce significativa”. La destra non la applaude, Gianluca Caramanna, la pancia e la testa di FdI, replica a caldo: “Un discorso ideologico”. Walter Rizzetto: “Non era questo il momento. Brutto”. Il Pd è attonito. Perché lo ha fatto, con chi ce l’ha? Piero De Luca, silenzio; Virginio Merola, silenzio, il sacrestano Graziano Delrio, non si trova. Per fortuna c’è Boldrini, l’altra Maddalena, che punta il dito contro gli scribi: “I presidenti della Camera e del Senato hanno epurato la parola migrante, parola che ha utilizzato la segretaria. Francesco era il Papa di Lesbo e di Lampedusa”. Ci raggiunge un pubblicano della destra che sente tutto e ci avvicina: “Dica a Boldrini che era il Papa che parlava di frociaggine”. Ma Schlein, che ha studiato, aveva previsto anche questo e continua, nel suo intervento, corsivato, con la frase: “Francesco è stato un uomo di parziale apertura anche sul terreno dei diritti”. Qui, con “parziale apertura”, si scende in terreno Giuseppe Conte, el mago della lingua, che si prende il suo pezzo di Francesco. El mago ha messo sù qualche chilo ma quando si parla di povertà, lui che l’ha abolita, spiega che “ai poveri oggi non si perdona neppure la povertà” e che Francesco ha pregato, fino all’ultimo, per i bambini palestinesi. Renzi, l’unico che va a braccio, risponde allora che è “da farisei fare di Francesco a icona della sinistra e dimenticarne l’altra parte” e viceversa. Resta il mistero della nuova fede, di Schlein. Un evangelista dice che è la collera ad animarla, collera contro Salvini, La Russa, e Meloni, che vuole prendersi un lembo di funerale, e di Trump”. Nel Pd, dove si prega “speriamo facciano Papa, Zuppi”, pensano che forse abbia peccato d’ira, ma la Maddalena esce dall’Aula, afferra Ciccio Boccia, se lo porta a rendere omaggio alla salma di Francesco, insieme a Chiara Braga, e sabato si partecipa anche al funerale. A Zuppi non deve mancare il sostegno del partito. Si entra Papa e se va male si esce senatori indipendenti del Pd.

Di più su questi argomenti:

  • Carmelo Caruso
  • Carmelo Caruso, giornalista a Palermo, Milano, Roma. Ha iniziato a La Repubblica. Oggi lavora al Foglio

Leave a comment

Your email address will not be published.