I Giovani palestinesi saranno in piazza per la Festa della Liberazione. Ma accusano la Brigata ebraica “non degli eroi ma degli assassini”. Meghnagi (Comunità ebraica di Milano): “Messaggi che sconfiggono i valori della Resistenza. Ma noi in piazza ci saremo, non possono cancellarci”
Rafforzata la postura e il messaggio pacifista, anche in seguito alla morte di Papa Francesco, la mobilitazione del 25 aprile rischia però di prestare il fianco all’estremismo pro Pal. Almeno a giudicare dalle parole e dal manifesto con cui il Movimento dei Giovani palestinesi ha chiamato a raccolta i suoi iscritti in previsione delle piazze di venerdì. Secondo i Giovani palestinesi, infatti, “quella che con una bieca operazione di revisionismo storico viene celebrata come ‘Brigata ebraica’ era composta in realtà da assassini, dagli autori materiali della Nakba, che nel 1948 hanno portato avanti un’intensa operazione di pulizia etnica in Palestina commettendo stragi e distruggendo villagi per fondare l’entità sionista coloniale”. Considerazioni che, sommate alle tensioni degli scorsi anni, sia a Milano dove la Brigata ebraica è stata contestata, sia a Roma, dove si verificarono scontri tra Comunità ebraica e manifestanti pro Palestina, fa sorgere più di qualche preoccupazione in vista della festa della Liberazione.
Come detto la mobilitazione organizzata dall’Associazione nazionale partigiani (Anpi), che si articolerà nelle diverse città italiane, ha nel pacifismo e nel rifiuto del riarmo europeo le sue principali direttrici. “Mai come oggi la memoria del 25 aprile ci dà la forza morale e civile per resistere e per rilanciare i principi costituzionali della Repubblica democratica fondata sul lavoro, della sovranità popolare, del ripudio della guerra come mezzo di risoluzione delle controversie internazionali”, recita il manifesto ufficiale dell’Anpi. Un’opposizione, quella al piano del riarmo europeo, che più volte è stata esplicitata dallo stesso presidente dell’associazione Gianfranco Pagliarulo. E che fa stare dalla stessa parte l’Anpi e il movimentismo filopalestinese. Questo perché, come scrivono ancora i Giovani palestinesi rivendicando la discesa in piazza per il 25 aprile, “il fascismo non è la Meloni, come il sionismo non è Netanyahu: il fascismo è il piano di riarmo europeo da 800 miliardi, è la posizione interventista di tutto l’arco parlamentare”. Suggellando il tutto dietro allo slogan “il 25 aprile non è una ricorrenza, il 7 ottobre non è una ricorrenza. Ora e sempre resistenza”.
A ogni modo gli attacchi nei confronti della Brigata ebraica sono particolarmente attenzionati a Milano, città, come detto, già oggetto di intimidazioni nel corso degli ultimi tempi. Proprio lo scorso anno fischi e insulti fecero da sfondo alla partecipazione della Brigata nel corteo del 25 aprile, a opera di una cinquantina di antagonisti. E a nulla valsero interventi come quello di Roberto Cenati, ex presidente dell’Anpi provinciale di Milano, che proprio al Foglio aveva ammonito: “Ho sempre stigmatizzato queste provocazioni contro la Brigata ebraica, perché i suoi 5 mila soldati hanno avuto un ruolo fondamentale nella liberazione dal nazifascismo. Cinquanta di questi soldati trovarono la morte nella battaglia dei Tre fiumi. Dobbiamo essere riconoscenti nei loro confronti. Insultarli significa insultare la Resistenza italiana”.
E’ anche un po’ per l’orgoglio nei confronti della Brigata che quest’anno, dopo i tentennamenti dello scorso anno, la Comunità ebraica di Milano scenderà in piazza per il corteo ufficiale del 25 aprile. “C’è stato un dialogo molto proficuo con i ragazzi più giovani, che ci hanno chiesto di prendere parte alle manifestazioni”, racconta al Foglio il presidente della Comunità milanese Walker Meghnagi. Gli insulti e le minacce? “Sconfiggono i valori della Resistenza, ma noi parteciperemo anche perché non vogliamo annullarci, nel rispetto della Costituzione andremo in piazza senza insultare nessuno. So che alcuni filopalestinesi dei centri sociali hanno già minacciato di creare disordini ma noi andiamo avanti. Non vogliamo cadere nel loro intento di creare caos”, aggiunge ancora Meghangi. “La nostra sarà una marcia numerosa, pacifica e silenziosa”.
Anche l’appello del governo affinché i cortei del 25 aprile sfilino sotto l’insegna della sobrietà, come si è augurato ieri il ministro per la Protezione Civile Nello Musumeci, in forma di rispetto del lutto nazionale indetto dopo la morte di Papa Francesco, forse, andava a parare dalla parte di pro Pal. Ché manifestare i valori della Resistenza mettendo alla berlina chi a quella pagina storica ha attivamente preso parte, come la Brigata ebraica, non sarebbe esattamente il massimo in un giorno come il 25 aprile.