Forte di sondaggi favorevoli, il presidente francese valuta un nuovo scioglimento dell’Assemblea nazionale e il voto anticipato. Ma alcuni alleati temono che questa ipotesi possa erodere ulteriormente la sua maggioranza
Il presidente della Repubblica francese, Emmanuel Macron, starebbe valutando la possibilità di sciogliere l’Assemblea nazionale e indire nuove elezioni legislative in autunno. Lo ha riferito ieri Bloomberg, che ha sentito fonti vicine all’Eliseo. Il capo dello stato francese, secondo il media americano, avrebbe consultato nelle ultime settimane i membri della sua cerchia ristretta in merito a questo scenario. L’idea di un nuovo scioglimento, dopo quello del giugno del 2024 in seguito alla batosta di Renaissance alle elezioni europee e al trionfo del Rassemblement national di Marine Le Pen e Jordan Bardella, sarebbe dettata dal ritorno di Macron al centro della politica internazionale, dalla sua veste di “chef de guerre” e leader della coalizione dei volenterosi nel quadro dei negoziati di pace per la guerra in Ucraina, che ha rafforzato la sua popolarità interna.
Secondo un sondaggio Ipsos di marzo per la Tribune du dimanche, il presidente francese ha guadagnato cinque punti percentuali rispetto alla stessa rilevazione di febbraio, portandosi al 27 per cento di opinioni favorevoli. Un altro sondaggio Ifop per Ouest-France realizzato a marzo ha mostrato che la sua popolarità è al 31 per cento tra i francesi, che hanno accolto con favore il suo ritorno sotto i riflettori internazionali: un aumento di sette punti rispetto al mese precedente e vicino al livello pre legislative del 2024. Alcuni alleati di Macron temono tuttavia che la tenuta di nuove elezioni nei prossimi mesi possa erodere ulteriormente la sua maggioranza e spalancare la strada al Rassemblement national. Un’altra opzione sul tavolo, secondo una fonte sentita da Bloomberg, è lo scioglimento dell’Assemblea nazionale nel marzo 2026, per organizzare le elezioni legislative in concomitanza con le elezioni comunali previste fra undici mesi. Di certo, all’Eliseo, la parola “dissolution” non è più tabù come lo era fino a poco tempo fa.
Lo scoop di Bloomberg è stato smentito dall’Eliseo il giorno dopo la pubblicazione.