Il Parlamento ricorda Papa Francesco. Schlein: “Non merita ipocrisia”. Meloni: “Con lui rapporto sincero”

Dal capo del governo Giorgia Meloni ai leader dell’opposizione: la segretaria Pd Elly Schlein, il presidente M5s Giuseppe Conte. E ancora Matteo Renzi, in rappresentanza di Italia viva, e Maurizio Lupi per Noi Moderati. Sono diversi i leader che questo pomeriggio sono intervenuti alla commemorazione di Papa Francesco a Camere riunite. Ad aprire il dibattito sono stati i presidenti di Camera e Senato, Lorenzo Fontana e Ignazio La Russa. A concluderlo la premier Meloni. Per FI è intervenuto Maurizio Gasparri, per la Lega Simonetta Matone, per FdI Galeazzo Bignami, per Avs Luana Zanella, per Azione Elena Bonetti.

La segretaria del Pd, Elly Schlein, dai banchi dell’opposizione ha attaccato l’ipocrisia di chi oggi ricorda Papa Francesco senza aver dato seguito ai suoi insegnamenti quando era in vita: “La scomparsa di Papa Francesco ci priva di una voce significativa che ha saputo interrogare credenti e non credenti: merita il nostro ricordo e il nostro cordoglio, non merita l’ipocrisia di chi deporta migranti, nega l’emergenza climatica e nega le cure a chi non se le può permettere. Oggi ci troviamo nel cuore delle istituzioni della Repubblica laica e antifascista: il modo migliore è coglierne il messaggio con coerenza. La nostra vicinanza come Pd in questa dolorosa perdita va alla comunità cattolica e a tutti coloro che vogliono portarne avanti l’impegno”, ha detto la leader dem. In risposta, dai banchi del centrodestra sono arrivati alcuni brusii e nessun applauso.

Anche Giuseppe Conte ha espresso un concetto simile. “Ora che non c’è più, papa Francesco viene universalmente celebrato. Da tutti. Nello scomposto teatro dell’ipocrisia, dei vaniloqui, le celebrazioni coinvolgono anche chi ha continuato a ignorare i suoi messaggi di dolore per le ingiustizie del mondo, i suoi moniti contro le parole di odio e la logica della guerra. Il modo migliore per ricordare papa Francesco è non lasciare cadere nel vuoto i suoi insegnamenti, la sua personale testimonianza. Il modo migliore per onorarlo – ha concluso l’ex premier – è essere scomodi, con azioni ferme, scelte conseguenti”.

Renzi ha ricordato un incontro personale avuto con Papa Francesco e la preghiera che il Pontefice gli ha letto. Sull’eredità politica di Bergoglio ha detto: “È molto buffo che ciascuno di noi cerchi di accaparrarsi un pezzettino della sua eredità. Chi cita le sue parole sui carcerati, dimentica quelle sulla vita e l’aborto; chi ricorda quelle sulla famiglia tradizionale dimentica le posizioni sull’immigrazione: erano una schifezza i centri libici, diceva”. Per questo, ha aggiunto: “Tipico dei farisei è piangere e commuoversi per il Papa e non ricordare il grido di dolore sui campi lager dei migranti, era una sua ossessione. Tipico dei farisei ergerlo al pensiero globale della sinistra e non ricordare le sue prescrizioni morali sulla vita”.

La premier Giorgia Meloni, parlando anche a nome del governo, ha tenuto un discorso istituzionale con qualche ricordo personale. “Sarò sempre grata a Papa Francesco per il tempo trascorso insieme, per i suoi insegnamenti, per i suoi consigli. Tra i quali il più assiduo era ‘non perda mai il senso dell’umorismo’. È stata anche l’ultima cosa che mi ha detto”, ha raccontato Meloni in Aula. “Ho avuto il privilegio di un rapporto personale, sincero, con il Pontefice. Che mi ha fatto comprendere il tratto forse più straordinario del suo modo di interpretare il pontificato”, ha aggiunto. Al termine del suo discorso, dall’Aula è partito un applauso bipartisan.

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