I leader del mondo pronti a partecipare alle esequie del santo padre. Il presidente americano ha già fatto sapere che ci sarà. Salta intanto il premier time di Meloni al Senato e la premier dovrà rinviare anche il suo viaggio in Asia centrale
Un Papa che predicava il dialogo anche quando sembrava impossibile – dall’Ucraina al medio oriente – forse non li farà parlare ma potrebbe far incontrare il presidente americano Donald Trump e i leader dell’Unione europea prima del previsto. Giorgia Meloni nel suo viaggio a Washington della scorsa settimana aveva invitato quanto prima a Roma il presidente Usa. Con un obiettivo dichiarato: fare dell’Italia il luogo dell’incontro per una trattativa commerciale tra Ue e Stati Uniti. Una speranza più che una certezza. Eppure i leader europei, compresa la cattolica presidente della Commissione Ursula von der Leyen, potrebbero davvero incontrare il presidente americano a Roma: a piazza San Pietro per i funerali di Papa Francesco. Ieri dopo qualche ora d’attesa il presidente Trump ha sciolto la riserva: “Melania e io andremo al funerale di papa Francesco. Saremo lì”, ha reso noto sul suo social Truth. E del resto l’ultimo leader ad aver incontrato il Pontefice poche ore prima della sua morte era stato il vicepresidente statunitense J. D. Vance, incontrato nella giornata di Pasqua.
Non è la prima volta che un presidente americano, pur non cattolico – Trump è presbiteriano, gli ex inquilini della Casa Bianca cattolici sono solo due: Joe Biden e John Fitzgerald Kennedy – partecipa ai funerali di un Papa. Nel 2005, per le esequie di Giovanni Paolo II, quando i capi di stato e di governo di mezzo mondo si ritrovarono a piazza San Pietro, la delegazione americana era foltissima. Oltre al presidente metodista George W. Bush, c’erano anche i suoi due predecessori, Bill Clinton e George H. Bush, e il segretario di stato Condoleezza Rice.
Anche se non c’è ancora l’ufficialità della data del funerale – le agende dei capi di stato e di governo sono appese alla prima riunione della Congregazione dei cardinali che si svolgerà oggi a Roma, dove saranno stabilite le modalità della traslazione salma e dei funerali – è probabile che ad assistere alle esequie ci sarà anche gran parte dei capi di stato e di governo europei. Anche in questo caso il paragone va sempre ai funerali di Wojtyla dove, tra vertici di commissione e Consiglio europeo, presidenti e primi ministri, non mancava praticamente nessuno. Che le agende si possano poi allungare e la visita a Roma non rimanere relegata alla partecipazione ai funerali? Per adesso resta solo una suggestione. Forse, per Palazzo Chigi, una speranza dopo che, nei giorni scorsi, sia dalla Francia, sia dalla Germania, era filtrato un certo fastidio per il protagonismo di Meloni. “Un vertice Ue-Usa a Roma? Meglio a Bruxelles”. Polemiche malviste dentro FdI. Dice al Foglio Carlo Fidanza, capo delegazione del partito all’Europarlamento: “ Meloni ha fatto un grande sforzo di unità, non raccogliendo i segnali negativi arrivati da Madrid, con la visita di Sanchez a Pechino. I leader europei dovrebbero ringraziarla e affidarsi alle sue capacità anziché lavorare contro”.
Intanto, ieri la premier ha chiesto al capo della Protezione civile Fabio Ciciliano di attivare le azioni necessarie per garantire l’ordinato afflusso e l’assistenza dei fedeli che raggiungeranno Roma per le esequie del Santo Padre. Oggi alle 11 a Palazzo Chigi è convocato un Consiglio dei ministri proprio a questo scopo. Sarà anche l’occasione per capire se ci saranno stravolgimenti dell’agenda della presidente del Consiglio. Meloni, nel fine settimana, dovrebbe svolgere due visite ufficiali in Kazakistan e Uzbekistan, con tanto di giornata conclusiva domenica ad Astana per un vertice Italia-Asia centrale. Ma le esequie di Bergoglio si terranno proprio nel fine settimana, tra venerdì e domenica, il viaggio dunque dovrebbe saltare. Quel che invece sarà sicuramente rinviato è il premier time al Senato che si sarebbe dovuto svolgere mercoledì, con al centro proprio la visita americana di Meloni.