“Ha amato fino alla fine”, dice il card. Zuppi. “Con lui, una svolta nei rapporti tra cattolici e ortodossi”. Il Patriarca di Mosca dà un’interpretazione singolare di fatti, aneddoti e di quel che sarebbe la libertà religiosa declinata secondo le sue linee-guida
Sono decine le dichiarazioni degli episcopati del mondo seguite alla morte di Papa Francesco. Il cardinale Matteo Zuppi, presidente della Conferenza episcopale italiana, ha detto che “Papa Francesco ha amato fino alla fine. Quel suo giro con la macchina, per salutare tutti e farsi salutare da tutti, è il gesto di un Papa che non si è mai risparmiato. Si è avvicinato alle persone perché voleva comunicare a tutti l’amore di Dio per l’umanità concreta, così come è, senza filtri, senza ipocrisie, coinvolgendo tutti. Creando qualche malumore in chi ha paura, in chi preferisce guardare da lontano, in chi non vuole sentire – come diceva lui – il famoso “odore delle pecore”, che dà anche un po’ fastidio, ma è proprio quello di cui il buon Pastore profuma. C’è tanta sofferenza per la perdita di una persona così cara, e così cara a tutti, che ha saputo unire tanti uomini e donne, anche con sensibilità diverse, che però si sono sentiti vicini – e si sentono vicini – e compresi, proprio per l’attenzione alla persona e a Dio. Ecco, è la sua Pasqua. Ci aiuta a capire qual è la forza dell’amore, che in Gesù vince il male della morte, e ci aiuta a guardare con speranza, con fiducia, anche questo passaggio così doloroso per tutti”.
A parlare è stato anche il Patriarca di Mosca, Kirill, che dà un’interpretazione singolare di fatti, aneddoti e di quel che sarebbe la libertà religiosa declinata secondo le sue linee-guida: Francesco “ha guidato la Chiesa cattolica romana in un momento di cambiamenti epocali. Il suo nome è legato a una tappa importante nei rapporti tra la Chiesa ortodossa russa e quella cattolica romana. Il primo incontro dei loro Primati, avvenuto nel 2016, ha segnato il desiderio delle nostre Chiese di guarire ‘le ferite inflitte dai conflitti del passato remoto e recente’ e di ‘unire gli sforzi per testimoniare il Vangelo di Cristo e l’eredità comune della Chiesa del primo millennio. Di particolare importanza per i cristiani di tutto il mondo – ha aggiunto Kirill – è stato il desiderio di Sua Santità di mostrare solidarietà verso i sofferenti e gli svantaggiati. Ricordando costantemente la presenza del Signore Gesù Cristo nella persona di ogni povero e di ogni bisognoso di aiuto, il Papa ha attirato l’attenzione sui casi di ingiustizia, di violazione della dignità umana e di varie forme di persecuzione, talvolta deliberatamente taciuti. Ricorderemo con gratitudine le sue dichiarazioni in difesa della libertà religiosa e, in particolare, della perseguitata Chiesa ortodossa ucraina”.