Il senatore ed ex ministro dem sul documento sottoscritto dal campo largo: “Interrompere la collaborazione con Israele? Sarebbe un grande errore”
“Difendere oggi il popolo palestinese vuol dire liberarlo da Hamas. Perché i fondamentalisti islamici sono un ostacolo alle rivendicazioni della popolazione palestinese. Questo aspetto merita di essere messo molto più in evidenza. Non lo si può omettere”. Il senatore del Pd Graziano Delrio ha condiviso in larga parte la mozione presentata dal campo largo sulla situazione del conflitto israelo-palestinese. “Un paio di settimane fa ne avevamo presentata un’altra in cui ancora si evidenzava la necessità di sostenere le opposizioni israeliane e palestinesi, arrivare al rilascio degli ostaggi e a un cessate il fuoco”, dice Delrio al Foglio. “Ma spingendo con più forza sulla grande novità delle ultime settimane, ovvero la soluzione diplomatica prospettata dal piano presentato dai paesi arabi, e condiviso anche dall’Ue. Dove si dice che la ricostruzione e la pace possono avvenire solo senza Hamas. Anche il sacrosanto riconoscimento della Palestina deve includere la smilitarizzazione e l’espulsione di Hamas dalla Striscia di Gaza”.
Delrio ha partecipato, insieme ad altri colleghi di partito, al convegno organizzato mercoledì al Senato da Ivan Scalfarotto a cui hanno preso parte gli attivisti del movimento “Vogliamo vivere”, artefice delle proteste che stanno montando sempre di più all’interno della Striscia. “Hamas sta prendendo in ostaggio milioni di palestinesi, è complice con Netanyahu di sofferenze indicibili. Ed è evidente che non si può rimanere indifferenti di fronte a prese di posizioni, come quella di al-Fatah, che chiedono di dare ascolto al grido della popolazione palestinese contro i terroristi”, ragiona. “Questo ovviamente non assolve assolutamente il governo Netanyahu, che ha delle responsabilità enormi per i crimini e la catastrofe umanitaria di Gaza. Ha permesso, come rivelato dallo Shin Bet, ai leader di Hamas di rafforzarsi. E’ sempre più il responsabile di una deriva illiberale, che vuole toccare l’equilibrio dei poteri e aumentare il controllo sulla Corte di Giustizia. Ecco, la nostra bussola dovrebbe essere la difesa dei due popoli. Essendo capaci di sostenere chi in Israele si oppone a Netanyahu. E chi in Palestina vuole il disarmo e l’espulsione di Hamas”.
Il segretario di “Sinistra per Israele-due popoli e due stati” Emanuele Fiano ha criticato la mozione del campo largo perché, non facendo adeguatamente riferimento al terrorismo di Hamas, non mirerebbe davvero all’obiettivo della pace. Delrio, dal canto suo, si distacca da un altro punto della mozione: quello che chiede “la sospensione degli accordi di associazione tra Unione europea e Israele”. “Io, per la mia storia, avendo fatto un dottorato di ricerca in Israele e avendo frequentato la Palestina in vari progetti di cooperazione, dico che interrompere la collaborazione è sempre un grave errore. Gli accordi militari sono già stati sospesi, all’inizio della guerra”, dice Delrio. “La grande trappola in casi come questi è confondere un governo con un popolo. Ma nessuno si sognerebbe di addebitare ai tedeschi di origine turca le politiche di Erdogan. Per questo non si può chieder conto agli italiani di origine ebrea, figli di chi magari fu anche partigiano, delle atrocità di Netanyahu. Ci vuole molta attenzione perché non si annaffi più la malapianta dell’antisemitismo cresciuta troppo”.
Fatto sta che secondo alcuni osservatori, anche in occasione della mozione presentata da Schlein, Conte, Fratoianni e Bonelli, è emerso uno schiacciamento del Pd sulle posizioni più radicali degli altri partiti. “Credo che sulla necessità di condannare Netanyahu alle sue responsabilità e al contempo chiedere un riconoscimento dello Stato di Palestina ma non con Hamas come richiesto dal Piano Arabo si possa costruire una risposta unitaria nei partiti del centrosinistra”, ragiona ancora l’ex ministro dei Trasporti. “La via deve essere quella post accordi di Oslo. Riconoscimento reciproco del diritto ad esistere in sicurezza. Emarginare i fanatici religiosi ed i coloni. Hamas è il problema e non la soluzione per i palestinesi. Così come la destra violenta per gli israeliani”. E anche il governo Meloni dovrà fare la sua parte: “Condannando con più forza quello che sta succedendo a Gaza. E assumendo un’iniziativa che per adesso non si è vista”.