La polizia individua l’uomo che il 4 ottobre sventolava il cartellone “7 ottobre: Giornata della resistenza palestinese – From the river to the sea – Palestine will be free”. È Silvano Falessi, fratello dell’ex terrorista Maurizio, che venne arrestato per aver affisso manifesti con frasi inneggianti alla lotta armata
Uno striscione o un’epifania. “7 ottobre: Giornata della resistenza palestinese – From the river to the sea – Palestine will be free”. E’ il manifesto comparso, scomparso, poi riapparso durante il corteo romano del 4 ottobre. Prima in piazzale Ostiense e poi in piazza San Giovanni. Come un baluginio tra movimenti, studenti, naviganti della Flotilla, sindacati di base e la Cgil Maurizio Landini. Slogan apologetico del raid terroristico di Hamas che, da quanto risulta al Foglio – e alla Digos – è da attribuire a ben preciso signore cinquantottenne, romano, storico membro di ambienti antagonisti capitolini e, non ultimo, fratello di un ex terrorista.
E’ Silvano Falessi, infatti, il vessillifero fratello minore del più noto Maurizio. Ossia dell’ex militante della sinistra armata italiana, attivo negli anni Settanta nelle Unità Comuniste Combattenti. Condannato per banda armata, tentato omicidio e sequestro.
Falessi senior fu latitante per oltre vent’anni. Rifugiatosi in Algeria, infine arrestato nel 2004 all’aeroporto del Cairo con l’ex brigatista Rita Algranati, è stato il simbolo della lunga diaspora dei militanti rivoluzionari italiani all’estero.
Falessi junior – di cui la polizia di stato ha accertato la responsabilità del 4 ottobre – non è precisamente estraneo, dal canto suo, al milieu. In più occasioni sarebbero state fatte perquisizioni a suo carico. Nel 2007 S.F. fu arrestato. Aveva affisso manifesti con frasi inneggianti alla lotta armata sui muri di un centro sociale a Sesto San Giovanni (“Compagni o vivi o morti, ma mai in ginocchio”). Accusa: istigazione a delinquere con finalità di terrorismo.
Alfiere del centro sociale Cip – conca romana del massimalismo – egli è perciò figlio (e fratello) di un mondo stratificato. Un microcosmo che promana dalla formazione culturale, dall’aggregazione sociale, dalla solidarietà con i lavoratori il Sud del mondo. E che sconfina nell’escandescenza di piazza al punto da essere, sempre, nel mirino degli investigatori.
Lo striscione in piazza, comunque, compare e scompare. Viene rimosso, il 4 ottobre, prima che il corteo arrivi all’altezza del Colosseo. Viene poi sciorinato, di nuovo, in direzione della Basilica di San Giovanni. Balena così sino alla fine della manifestazione. Quando, meticolosamente, viene ripiegato e portato via dallo stesso Falessi. Tra incolpevoli bambini, famiglie commosse, infervorati studenti, la portavoce italiana della Flotilla Maria Elena Delia, membri dei sindacati di base, e…un singolare segretario della Cgil. Un misterioso Maurizio Landini.
Landini che certo s’è accodato, alla piazza. Che certo ha detto, com’è vero, che il corteo era pieno di persone perbene. Ma che pure non ha promosso, o perlomeno non formalmente, la manifestazione. Passando la mano in favore dei movimenti per la Palestina e dell’Usb, le cui bandiere – nelle piazze romane – sono sempre state a occhio nudo più vistose.
La notizia, quindi, è solo l’identikit dell’uomo-bandiera: il Falessi fratello di Maurizio che in piazza ha portato lo striscione pro Hamas. Per il resto, e cioè per quanto riguarda l’altro Maurizio (Landini), non ci sono certezze ma dubbi. Grovigli tra il suo essere (in piazza) e il suo non essere (tra i promotori). Domande e misteri che preferiamo non rivelare, augurandoci semmai che di Falessi Silvano la Digos sappia tutto e la Cgil non sapesse proprio niente.