Santa Caterina, l’Italia ha bisogno di te più di Francesco: sia istituita una festa tutta tua

Propongo il 29 aprile, dies natalis della santa, per la sua festa nazionale che sarà squisitamente di destra. Se vedendo il santo d’Assisi puoi sentire le chitarre melense della messa parrocchiale, la colonna sonora di Caterina sono le trombe del Giudizio

Santa Caterina, non lo avevo capito che eri in ballo anche tu nella festa nazionale del 4 ottobre. Leggendo i rilievi del presidente Mattarella alla legge istitutiva ho scoperto che si rischia una coabitazione con San Francesco, siccome siete patroni d’Italia entrambi. Non è proprio il caso, è un groviglio da sbrogliare, innanzitutto perché tu non sei l’Alter Maria (al limite lo sarebbe Santa Chiara) mentre lui è l’Alter Christus e non gli si può rubare la scena. Propongo pertanto il raddoppio: festa nazionale il 4 ottobre, San Francesco d’Assisi, e festa nazionale il 29 aprile (tuo dies natalis), Santa Caterina da Siena. La festa di ottobre è da intendersi per tutti, per i cattolici e perfino per i sinistri, per gli ambientalisti e per gli animalisti alla cui malizia il Poverello offre in qualche modo qualche appiglio. A cominciare dalla predica agli uccellini che è un episodio poco gradito a noi amanti dello spiedo bresciano, e quindi delle pispole ben cotte, scrocchianti sotto i denti. La festa di aprile sarebbe invece una festa squisitamente di destra.

Della nazione di destra o forse della nazione e basta perché “nazione di destra” è una ridondanza, la nazione è solo di destra, la sinistra è nemica della patria. Festa di destra perché di destra, per quanto avanti lettera, tu lo eri sicuramente. Francesco ahinoi è ritagliabile e variamente strumentalizzabile, Caterina è intoccabile e irriducibile. Francesco lo puoi tirare per il saio, Caterina se soltanto le sfiori il velo stai sicuro che ti fulmina. Se vedendo Francesco puoi sentire le chitarre melense della messa parrocchiale, la colonna sonora di Caterina sono le trombe del Giudizio.

Definisti Gesù “dolce Cristo in terra” ma tu tanto dolce non eri, Caterina. Eri severa e intransigente, le tue 386 lettere sono piene di moniti, rimproveri, minacce. Sempre doveri, mai un diritto. Hanno scritto che la festa di San Francesco servirà a “promuovere i valori della pace, della fratellanza, della tutela dell’ambiente e della solidarietà”. Nessuno per la tua festa potrebbe azzardare altrettanto: tu non sei fraintendibile, tu eri inflessibile. Tu pregasti Papa Gregorio XI affinché lanciasse una nuova crociata: “Rizzate tosto el gonfalone della Santissima Croce”. Tu eri favorevole alla pena di morte, che anzi consideravi salutare per l’anima dei condannati, insieme ai quali pregavi. Tu avevi orrore della sodomia, poiché il tuo mistico sposo ti parlò del “maledetto peccato contro natura che dispiace anche ai demoni”. Io, lo confesso senza problemi, amo più Francesco di te, ma l’Italia ha bisogno di te più di Francesco: sia istituita una festa tutta tua.

  • Camillo Langone
  • Vive tra Parma e Trani. Scrive sui giornali e pubblica libri: l’ultimo è “La ragazza immortale” (La nave di Teseo).

Leave a comment

Your email address will not be published.