La proposta del vicepresidente della Commissione europea Séjourné prevede di portare l’aliquota al 50 per cento rispetto all’attuale 25 per cento. Ma la svolta protezionista dell’Ue potrebbe ampliarsi anche ad altri settori
La Commissione europea ha deciso di fare come Donald Trump per proteggere la sua industria dell’acciaio di fronte alla concorrenza globale falsata dalla sovracapacità produttiva di numerosi paesi in Asia, a cominciare dalla Cina. Il vicepresidente Stéphane Séjourné ieri ha presentato una proposta per dimezzare le quote di importazione di acciaio senza dazi e per raddoppiare i dazi oltre la quota nei confronti di tutti i paesi terzi dal 25 al 50 per cento. E’ la stessa aliquota applicata dal presidente americano. “Questa è la nuova clausola di salvaguardia sull’acciaio. Questa è la re-industrializzazione dell’Europa”, ha detto Séjourné. Chi criticava i dazi di Trump applaude. E’ “un importante primo passo per affrontare il problema strutturale della sovracapacità produttiva e per difendere le acciaierie europee e i posti di lavoro”, ha detto l’europarlamentare Brando Benifei, coordinatore dei socialisti sul Commercio.
L’industria europea applaude. “Rappresenta un importante passo avanti per salvare l’acciaio dell’Ue e centinaia di migliaia di posti di lavoro”, ha detto Eurofer, la principale lobby dell’acciaio. Gli stati membri e il Parlamento europeo dovranno adottare la proposta entro giugno, quando scadranno le misure di salvaguardia introdotte di fronte all’afflusso di acciaio cinese a partire dal 2013. Ma la svolta protezionista dell’Unione europea potrebbe ampliarsi ad altri settori. Uno degli effetti collaterali dei dazi globali di Trump è la diversione di prodotti cinesi a basso costo verso il mercato europeo. Auto ibride, tessile, legno, prodotti chimici, macchinari: finora la Commissione non si è mossa, ma è sempre più sotto pressione per introdurre dazi di salvaguardia o anti dumping in altri settori. La proposta sull’acciaio “ci porterà a cambiare la nostra dottrina commerciale. Proteggiamo il nostro mercato”, ha detto Séjourné.
La Commissione sostiene di essere pienamente in linea con le regole dell’Organizzazione mondiale del commercio. “Rimaniamo impegnati per un sistema basato sulle regole”, ma “dobbiamo agire in modo deciso per difendere l’interesse europeo”, ha detto il commissario al Commercio, Maros Sefcovic. La proposta prevede di portare l’aliquota dei dazi sull’acciaio al 50 per cento rispetto al 25 per cento previsto dalle attuali salvaguardie. La quota di importazioni esente da dazi passerà a 18,3 milioni di tonnellate l’anno, una riduzione del 47 per cento rispetto alle quote di acciaio del 2024. Novità importante: la Commissione deciderà a quali paesi terzi assegnare le quote senza dazi e la quantità di importazioni. La proposta prevede un rafforzamento della tracciabilità dell’acciaio, attraverso un requisito di fusione e colata, per impedire l’elusione dei dazi. E’ prevista la possibilità di un’eccezione per l’Ucraina. La Commissione spera che l’allineamento sui dazi di Trump al 50 per cento convinca il presidente americano a riaprire il mercato degli Stati Uniti all’acciaio europeo con un accordo separato, in particolare sui derivati dell’acciaio. La proposta di ieri dovrebbe dimostrare a Trump che l’Ue fa sul serio di fronte alla Cina. Sull’acciaio “non siamo l’uno il problema dell’altro”, ha detto Sefcovic. “Spero che questo aiuti a iniziare la discussione su come isolare i nostri mercati” dalla sovracapacità globale e “che possiamo trovare una soluzione amichevole” con gli Stati Uniti.
L’acciaio è lungi dall’essere l’unico problema che l’Ue ha con le esportazioni della Cina, che si amplifica sempre più a causa dei dazi di Trump. Il timore di un dirottamento dei prodotti cinesi verso l’Europa – il termine tecnico è “diversione” – sta diventando una realtà sempre più pericolosa per l’industria europea. Secondo l’ultimo monitoraggio effettuato dalla Commissione, le importazioni di auto ibride dalla Cina sono quasi raddoppiate da gennaio a luglio, con un calo del 19 per cento del prezzo. La quota di mercato cinese è passata nello stesso periodo dal 17 al 31 per cento. Il bollettino di monitoraggio della Commissione segna allarme anche nei settori del tessile, del legno e dei prodotti della carta, dei prodotti chimici, dei metalli di base e dei macchinari. Le importazioni di tessile e abbigliamento dalla Cina sono aumentate del 20 per cento in valore e volume, secondo l’associazione del tessile Euratex. “Stiamo guardando ad altri settori colpiti dalla volatilità commerciale. Se necessario, agiremo anche in altri settori”, ha detto Sefcovic.