Decaro ed Emiliano, resa dei conti nelle liste del Pd pugliese

E’ nel barese che il candidato dem e il presidente uscente si danno più battaglia, attraverso dei loro fedelissimi. Ma nella corsa al Consiglio regionale c’è un terzo incomodo: il deputato Lacarra, che candida la sua compagna

Bari. Senza avversario nel centrodestra, il Pd pugliese può permettersi di dilaniarsi nella composizione delle liste provinciali, luogo eletto per il regolamento di conti tra il prossimo presidente in pectore Antonio Decaro e il governatore uscente Michele Emiliano.

Nel barese la sfida più accesa. Qui l’ex presidente Anci punta alla riconferma di Francesco Paolicelli, già mister preferenze con 25mila voti nel 2020. L’emiro non ci sta e – dopo il ritiro forzoso della sua candidatura – schiera Ubaldo Pagano, deputato che mercoledì alla Camera si è a lungo intrattenuto con la leader Elly Schlein. Il primo punta ad un risultato eclatante, anche per la vicinanza al nuovo padrone delle ferriere, il secondo ad arrivare primo dando prova della forza resiliente di Emiliano. In questo braccio di ferro c’è però il terzo incomodo: è il deputato barese Marco Lacarra, riferimento regionale della corrente Energia plurale di Stefano Bonaccini che candida la sua compagna Elisabetta Vaccarella, assessore comunale di Bari. Quest’ultima può contare su una pattuglia di consiglieri comunali del capoluogo in grado di farla arrivare a sua volta in vetta nella competizione provinciale.

Il gioco in voga tra i dem è scommettere sull’abbinamento che la Vaccarella farà. Lacarra però fuma il calumet della pace tra i due guerrafondai Decaro e Emiliano: “Sono amico di entrambi, dobbiamo fare una campagna elettorale serena”. Potrebbe però essere invitato a scegliere ma questa opzione la esclude: “Non ci saranno accordi strutturali”. E poi chiude la questione senza complicare il quadro: “Non ci saranno obblighi di corrente e la lista del partito sarà molto competitiva”. A cosa si riferisce? I sondaggi danno il Pd nel Barese oltre il 30 per cento: nel 2020 raccolse tre seggi, questa volta (per l’alleanza con i 5S e il probabile ingresso nell’assemblea di Avs) i quozienti potrebbero essere due. Se però i portabandiera delle varie fazioni si scatenano nella caccia alle preferenze, si potrebbe confermare il tris.

Intanto si discute anche a Brindisi: qui il partito ricandida l’uscente Maurizio Bruno, ma congela le ipotesi del sindaco di Mesagne, Toni Matarrelli (non iscritto ma eletto con il 95 per cento nel suo comune) e dell’assessore Fabiano Amati (rientrato nel Pd dopo la parentesi calendiana). In Salento e nel Tarantino si ipotizza una deroga alla presidente del Consiglio regionale Loredana Capone, vicepresidente dell’assemblea nazionale (area Schlein), e per l’assessore all’Agricoltura Donato Pentassuglia (riformista decariano). Sono nel Consiglio da tre o più legislature e qualcuno mormora con la parola magica “rinnovamento”, usata anche in Puglia dalla Schlein e dal candidato governatore Decaro. Ha fatto un passo indietro infine l’altro consigliere di lungo corso dei dem Michele Mazzarano: “Non mi ricandido. Ho servito la Puglia per 15 anni e sono stato sottoposto a “scomuniche giustizialiste” per una inchiesta che lo ha riguardato. Perché oltre la Taranta delle correnti c’è anche la Taranta di Peppiniello Conte, che in Puglia non vuole indagati o imputati. E così le liste diventano un campo minato.

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