De Carlo (FdI): “Fontana candidato autorevole per il Veneto”

Candidare il presidente della Camera per il centrodestra ieri era una fantasia, oggi un’ipotesi. “L’importante è che il centrodestra resti compatto”. Ma niente fughe in avanti. “Il nome sarà scelto dal tavolo nazionale, non dai singoli leader”, dice il coordinatore regionale di Fratelli d’Italia

Lorenzo Fontana candidato alla presidenza della regione Veneto? Ieri una fantasia, oggi un’ipotesi. Domani chissà. Magari la soluzione che dopo un’estate di stallo potrebbe portare al compromesso nel centrodestra: comprovato leghista e veronese, talmente in alto nelle gerarchie istituzionali – di presidente della Camera ce n’è uno – da poter contare anche sul nulla osta di Fratelli d’Italia. “La figura di Fontana è senz’altro autorevole”, dice al Foglio Luca De Carlo, coordinatore regionale dei meloniani. “Leggo di questo scenario sui giornali con profonda curiosità. Ma non è l’unico. E al momento non c’è alcuna ufficialità: la decisione definitiva sarà in ogni caso imminente, se ne stanno occupando i leader nazionali. Noi siamo convinti di avere una classe dirigente in grado di esprimere plurimi candidati”. Il cosiddetto imbarazzo della scelta. Fino all’imbarazzo di non compierla: fra due mesi si andrà alle urne – 23 e 24 novembre, ormai è arrivato anche il decreto firmato da Zaia – eppure la maggioranza non ha ancora presentato un nome per raccogliere l’eredità del Doge.

“Contrariamente agli altri”, continua De Carlo, “per noi la candidatura del Veneto non è un assillo”. O “la linea del Piave”, per dirla come i leghisti nel nordest. “Siamo sereni, lo siamo sempre stati. Presto verrà trovata la soluzione, al netto delle bandierine di partito” – e delle tempistiche, visto che fra una settimana si vota nelle Marche. “La cosa più importante resta la compattezza: stiamo lavorando insieme per individuare il miglior profilo possibile per i veneti”. Tra le varie opzioni ci sarebbe anche lui, e non è un mistero. “Ma io svolgo un ruolo che mi appaga ampiamente: oltre alla segreteria regionale, in Senato sono presidente della Commissione Agricoltura, turismo, industria e produzione agroalimentare. Cioè il fulcro del nostro Pil. E sono stato riconfermato da poco. Fino a fine legislatura farò questo”. Dice lo stesso anche il presidente Fontana, che per adesso dribbla la questione – “non mi piace lasciare i lavori metà” – e incorona Stefani. Dovere istituzionale: non si è mai visto nella storia repubblicana che la seconda più alta carica dello Stato faccia dietrofront in corsa, Mattarella in primis non gradirebbe. Ma se il Veneto chiama…

“Ci sono diversi nomi che possono ragionevolmente ambire a una regione così importante”, ribatte il senatore. “Anche all’interno della Lega stessa: oltre a Fontana, penso a Bitonci. Ad Alberto Stefani”, il pupillo che Salvini non vede l’ora di annunciare, magari dal palco di Pontida. “E penso anche a Roberto Marcato”, campione di preferenze nel 2020, eppure caduto in disgrazia a Via Bellerio dopo la lunga opposizione interna alla svolta vannacciana del vicepremier. Ma De Carlo è ligio ai numeri, sempre e comunque. “E stando ai numeri, la regione dovremmo governarla noi”, con FdI ormai per distacco primo partito in Veneto, e il Veneto prima regione per consensi di FdI. “Quindi ora si pongono davanti due strade: Fratelli d’Italia può scegliere di essere giusta e pretendere il suo candidato; oppure essere generosa, facendo valere le logiche di realpolitik e di equilibri nazionali, cedendo così la presidenza ai nostri alleati”. È un mantra che il coordinatore va ripetendo da settimane. Ma visto che le acque non si smuovono, meglio essere chiari. Stroncando sul nascere le fughe in avanti. “In ogni caso non si tratterà di un profilo indicato dall’uno o dall’altro partito, ma il più indicato a guidare la coalizione in un momento strategico così importante come la fine dell’epoca Zaia”.

E se fosse per De Carlo, FdI dovrebbe essere generosa o giusta? “Rispondo con una frase di Boskov: pallone entra quando Dio vuole”. Ma Boskov allenava la Samp, in Liguria. “Appunto. Se avessi voluto dare indicazioni geografiche di qualche tipo, avrei citato Bagnoli”. L’artefice del Verona dello scudetto: in quel 1985, Fontana era un bambino e già festeggiava in piazza. Presto potrebbe tornarvi da protagonista. Palloni permettendo.

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