Accordo sui bus rapidi nel quadrante nord-ovest: i dem accolgono la proposta calendiana. Un nuovo modello di trasporto urbano apre spazi di collaborazione nel centrosinistra romano
Il tema (controverso) della nuova mobilità può diventare palestra di campo largo tra Pd e calendiani a Roma? Ci sono intanto importanti segnali di accordo tra dem e Azione, oggi, in nome di un nuovo sistema BRT, “bus rapid transit”, nel quadrante nord-ovest della capitale, con possibilità di esportazione in altri quartieri, modello su cui l’assessore alla mobilità Eugenio Patané e i calendiani romani la pensano allo stesso modo. Antefatto: c’era una volta il futuribile progetto della Cinque Stelle Virginia Raggi che, da sindaca, immaginando la (folle?) corsa di una funivia tra Casalotti e la fermata Battistini della metro A, diceva: “Sorvolare il traffico è l’unica soluzione possibile e non inquinante”. Il progetto era stato inserito nel PUMS e aveva ottenuto un finanziamento di 109 milioni di euro da parte del Mit. Con l’arrivo del sindaco dem Roberto Gualtieri, le criticità emerse avevano portato all’accantonamento del sogno a Cinque Stelle (o distopia, a seconda dei punti di vista). Si era pensato inizialmente a un prolungamento della metro A, ma ci si era fermati di fronte a costi e tempi.
Oggi, la svolta: dagli uffici dell’assessore Patané è partita la richiesta al Mit di poter utilizzare i fondi destinati alla funivia Casalotti per la progettazione definitiva del BRT, già oggetto di una mozione di Azione Roma, presentata dai consiglieri comunali calendiani Flavia De Gregorio e Antonio De Santis (nonché di una petizione promossa dalla consigliera Claudia Finelli). E, giorni fa, il consigliere regionale e segretario romano di Azione Alessio D’Amato, già assessore alla Sanità in Regione, prendeva “atto positivamente” dell’azione di Patané che aveva “deciso di archiviare la funivia della Raggi e di accettare la proposta di Azione Roma di puntare sul BRT e sulla concretezza”. Sulla scia di questa prova di alleanza sulla mobilità, i calendiani capitolini puntano su una “vera rete integrata”: “Roma non può vivere di interventi isolati”, dicono pensando all’estensione della rete di metropolitane con una linea D, “infrastruttura strategica prevista dal PUMS che potrebbe collegare quartieri distanti e densamente abitati – da Monte Sacro all’Eur passando per Trastevere”, con l’estensione notturna del servizio della metro e con l’estensione del car sharing di Roma Mobilità alle periferie. L’idea è quella “di un vero servizio intermodale, capace di integrarsi con il trasporto pubblico e ridurre l’uso dell’auto privata”.