E’ di trent’anni fa ma è il il film del momento. Cinque giovani progressisti americani si riuniscono a cena per discutere di politica, e si ritrovano a ospitare un fascista. Finisce male. Ecco il grande rimosso-mai-rimosso della sinistra italiana: noi siamo i giusti e il mondo deve essere purificato grazie alle nostre idee, a ogni costo
C’è qualcosa di profondamente inquietante nel rivedere dopo l’assassinio di Charlie Kirk “Una cena quasi perfetta”, vecchia black comedy di Stacy Title, con una giovanissima Cameron Diaz (lo trovate su Prime). Negli anni Novanta mi era parso un filmetto. Una commedia carina con una premessa un po’ forzata. Ma lo scopo di questa rubrichetta è dispensare consigli di piattaforma, vecchi titoli utili magari per disintossicarsi dal rumore di fondo, quindi l’ho rivisto l’altra sera: beh, è il film del momento.
Due dita di trama: cinque giovani progressisti americani, brillanti studenti di arte e scienze sociali, si riuniscono abitualmente a cena per discutere di politica e attualità. Per caso si ritrovano a ospitare un camionista, ex marine, veterano della Guerra del Golfo. Le opinioni divergono, i toni si infiammano. L’uomo è violento, rude, insomma un fascista. Parte una rissa, spunta un coltello, lo fanno fuori. Decidono di insabbiare tutto e lo seppelliscono in giardino, sotto una pianta di pomodori. Da qui l’idea (ricalcata sul Frank Capra di “Arsenico e vecchi merletti”): invitare a cena conservatori, suprematisti, preti omofobi, donne antibortiste, razzisti, misogini, per lasciargli esprimere le proprie opinioni a tavola, quindi avvelenarli con l’arsenico nel vino (c’è anche un “negazionista climatico”, come si dice oggi, accoppato pure lui). Un “debate” à la Charlie Kirk col trucco finale: la pensi in modo sbagliato? T’ammazzo in nome del Bene e rendo il mondo un posto migliore.
“Una cena quasi perfetta” è la versione americana del nostro immortale “uccidere un fascista non è reato” – grande rimosso-mai-rimosso della sinistra italiana, tornato a trovarci in versione omeopatica: à la Odifreddi, à la Saviano, à la “chi semina vento raccoglie tempesta”. Come se fosse normalissimo, anzi prevedibile, prendersi un proiettile per colpa dei tuoi “debate” provocatori. Nel film, i giovani “liberal” si convincono che eliminare i conservatori sia un servizio all’umanità, proprio come i TikToker kefiahmuniti che festeggiano la morte di Charlie Kirk in cameretta. “Siamo progressisti, noi facciamo sempre la cosa giusta”, si dicono tra un omicidio e l’altro gli studenti del film. “E allora perché il mondo va male? Perché non comandiamo noi!” Ovvio. E’ l’ossessione classica di ogni fondamentalista: il mondo purificato grazie alle nostre idee. Mondo buono, mondo giusto, mondo da incubo, fatto di persone che la pensano tutte allo stesso modo – una timeline di Bluesky dove i dissidenti vengono silenziati, bloccati, o direttamente ammazzati. E’ il progressismo radicale, bellezza. Ma il bello è che se si parte dal presupposto di essere dalla parte del giusto si può arrivare ovunque, eliminando anche chi non apprezza i quadri di Jackson Pollock o Salinger (da quelli “pieni di odio” a quelli con “brutti gusti” il passo è sempre breve).
Uno dei privilegi di rivedere il film trent’anni dopo è anche misurare quanto è cambiata la sinistra. Il fasciomarine parla per la “gente vera”, per chi lavora e crede nei valori, ma il suo asso nella manica per provocare i giovani progressisti è l’antisemitismo: dare la colpa di tutto agli ebrei. Almeno su questo, oggi a tavola sarebbero tutti d’accordo. Alla fine, i nostri eroi progressisti invitano a cena John Perlman, il cattivo predicatore televisivo della destra che tormenta le loro coscienze (e qui non diciamo nulla: ma la scena è un piccolo capolavoro). Il cattivo interpretato da Perman era modellato all’epoca su Rush Limbaugh, DJ conservatore, conduttore di uno dei talk radiofonici più seguiti degli Stati Uniti, nonno di tutti i podcaster e influencer politici di oggi. Provocatorio, sarcastico, controverso. Quando morì nel 2021 di cancro, Donald Trump lo insignì della “Medal of Freedom”. La stessa che verrà data a Kirk. Tu guarda il caso.