Vendita di San Siro, operazione serietà

C’è l’accordo per la cessione dello stadio a Inter e Milan. Oggi vota la giunta, poi toccherà al Pd fare la scelta giusta per non lasciare la città senza gli Europei del 2032

Ora che il tribunale del Riesame di Milano ha smontato a schiaffoni la “svilente la semplificazione argomentativa” con cui la procura e il gip hanno costruito l’inchiesta sull’edilizia – non si rileva il patto corruttivo, in compenso “emerge in definitiva un quadro fattuale confuso” – si può sperare in un moto di resipiscenza degli oppositori di maggioranza e dei “talebani verdi” (copyright Albertini) sul tema della vendita dello stadio Meazza e aree adiacenti da parte del Comune a Inter e Milan. Come nelle inchieste edilizie non si rilevano corruzioni né attentati alla “democrazia urbanistica”, così l’operazione di vendita delle aree della Grande Funzione Urbana San Siro in vista della costruzione di un nuovo stadio è stata condotta secondo regole e anche il prezzo di vendita, fissato dalla Agenzia delle entrate e certificato da advisor terzi, è giusto. Le grida populiste à la “Sì Meazza” potrebbero rientrare, almeno in quella parte della maggioranza in Consiglio che sarà chiamata, il prossimo 29 settembre, a votare.

Prima però, oggi, c’è un passaggio fondamentale. Ieri il sindaco Beppe Sala ha annunciato che l’accordo per la vendita è stato raggiunto, il Comune parteciperà alle spese di demolizione per 22 milioni e non 36 (frutto di lunghe trattative interne al Pd per avere il nullaosta) e in Giunta non si attendono trappoloni. Dovrebbe andare così anche in Consiglio – Sala ha messo le mani avanti: la decisione finale sarà del Consiglio e non del sindaco – anche per l’appoggio che potrebbe arrivare da Forza Italia. Ma la misura sarà soprattutto sulla capacità della maggioranza di compattarsi, al di là dei “no” già certificati, su un progetto qualificante e importante per la città. Sala ha spiegato che i tempi sono stretti: “Il nuovo impianto deve essere pronto per il 2031, perché la Uefa ci sta dicendo che non considereranno Milano per gli Europei del 2032 se rimarrà San Siro”. E per un città che ha già perso 60 milioni per la finale di Champions 2027 revocata dall’Uefa, sarebbe un altro disastro. “Svilente”, come direbbe il tribunale del Riesame.

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