Il Comitato di Garanzia del movimento ha selezionato 21 aspiranti alla presidenza. Dalla signora Maria che dice: “Io, come Maria di Nazareth, dico: Eccomi” ai candidati non eletti alle comunali. Viaggio tra refusi e presentazioni surreali dei finti sfidanti di Giuseppe Conte
Ci siamo. E’ la carica dei 21. Dovevano essere 77 ma tanti sono, alla prova del Comitato di Garanzia, gli aspiranti al ruolo di presidente del Movimento. Non più 70 volte 7 ma 21 sopravvissuti, per ora avversari di Giuseppe Conte, i cui estrosi curricula sono apparsi sul sito del Movimento 5 stelle.
21 uomini e donne, quindi, che se non apparentano questa sfida alle elezioni “democratiche” nordcoreane – dove esiste un candidato solo per ogni seggio – perlomeno la fanno somigliare alle elezioni russe. Dove gli avversari del “Conte” Vlad sono ologrammi o sfidanti finti. Non così distanti, insomma, dai 21 competitor di Beppe se pensiamo che tra questi si annoverano i poco papabili Jack Cardigan (cantautore di Bologna al secolo Giacomo Palumbo) oppure Angelo Amato, manager di Lecce, che di sé scrive: “SAPERE. OSARE. SENTIRE. Non ho padrini né correnti”. 21 sconosciuti.
A leggere i cv sul sito del Movimento, la sensazione è precisamente quella di calpestare il confine tra elezioni e racconti russi. Magari i racconti di Gogol con gli impiegati che fantasticano di diventare imperatori. In ogni caso, un’antologia merita. Ed eccoli, allora, i 21 aspiranti anti-Conte (che tra gli altri è al numero 9).
“Sono una Maria – scrive la candidata n. 18, Maria Montisci – perciò mi piace pensare a Maria di Nazareth che rispose: Eccomi”. San Giuseppi chiamò. “Buon tutto a chi avrà la pazienza di leggermi”, raccomanda la n. 1 Catherine Alfiniti da Pontida, assistente sociale – la quale in calce all’esaustivo cv scrive ancora: “Non vi tedio perché mi rendo conto io stessa di essere lunga… lunga e noiosa con l’impressione di voler parlare solo di ciò che ho fatto e di lodarmi”.
In compenso, però, arriva Thomas Alì, n. 2, che lascia tutti i campi vuoti e di sé dice solo: “Funzionario ente locale servizio contratti”. Sintetico.
Emanuele Amoruso di Marcianise, già candidato non eletto al comune di Villaricca, n. 4, ha forse una marcia in più: non solo egli ha i pregressi, ma al Movimento ha persino dedicato una tesi di laurea in scienze sociali. Paolo Bati, n. 5, nel cv annette emoticon-pollicioni: “M5s avanti nonostante tutto e tutti!!!”. Interessante poi il candidato italo-francese Jean-François Boudard, docente liceale che ci costringe a un ripasso di storia: “Ho una figlia millennial nata l’anno del bicentenario della prima rivoluzione francese”. Prima, in che senso?
Immancabile, ovviamente, la quota pensionato: Pasqualino Mattaliano si candida senza foto. Vincenzo Evangelista, n. 11, sogna di far “tornare l’Italia ai fasti di un tempo”. Paolo Gallo, n. 12, scrive sul blog del Fatto quotidiano (è quotato). Non mancano, poi, i pionieri del Vaffa come il n. 8 Valeriano Celiberto (“assolutamente in disaccordo all’appoggio al governo Draghi e all’attuale linea del M5s che, distaccandosi dall’uno vale uno, si è appoggiata al sistema territoriale baronale”) e Riccardo Dominici, n. 10, che vorrebbe portare all’attenzione dei giovani il tema della formazione costosa fine a sé stessa (“dopo un master annuale in Bocconi, in 18 anni, non ho fatto nemmeno un colloquio di lavoro: mi sono servite sempre raccomandazioni”). Pasquale Pietro Palumbo, n. 20, ci dice che “come medaglia” ha “una querela per aver difeso il diritto alla trasparenza”. E infine tutti loro – numeri e nomi indistinti – che tra refusi e puntini di sospensione in esubero, spiegano: “Non sono un politico, ma…..”, “Nessuna esperienza, ma seguo molto i dibattiti in tivù…”, “Nessuna esperienza, ma ho deciso di candidarmi alla presidenza…”.
Giuseppe Conte intanto, mimetizzato al numero 9, li studia, li osserva e, come nella foto in curriculum, sorride. Non tanto perché vincerà facile. Ma perché sa bene, per sua fortuna, che 1 non vale più 1 né 21.