Se un lettore leggesse solo Premi Strega, in vent’anni si sarebbe fatto un’idea della letteratura italiana dovuta per il 50 per cento a Einaudi e Mondadori, che diventa un 75 aggiungendo Bompiani e Rizzoli. Le cose cambiano radicalmente scoprendo le traduzioni dei premi stranieri
La scorsa settimana facevo notare come fosse fuorviante il luogo comune che vuole lo Strega appannaggio sempre dei soliti editori, almeno raffrontandolo ai grandi premi stranieri: se negli ultimi vent’anni il riconoscimento italiano è andato a nove marchi, il Booker e il Goncourt sono stati appannaggio di undici, il Pulitzer di dodici. Le cose cambiano quando consideriamo invece il ruolo degli editori italiani nell’importazione dei titoli stranieri insigniti di questi allori. Si tratta di una questione capitale per la storia della letteratura e, più in generale, per la disseminazione della cultura: il Goncourt, dal 1903 in poi, è stato vinto da Proust, Malraux, Beauvoir, Duras; il Pulitzer, che esiste dal 1919, da Wharton, Mitchell (Via col vento), Steinbeck, Hemingway, Harper Lee; il Booker, arrivato solo nel 1969, ha incoronato classici contemporanei come Rushdie, Ishiguro e Byatt, diventando il miglior termometro dello stato della letteratura anglofona.
Se per assurdo un lettore leggesse solo Premi Strega, in vent’anni si sarebbe fatto un’idea della letteratura italiana dovuta per il 50 per cento a Einaudi e Mondadori, che diventa un 75 aggiungendo Bompiani e Rizzoli. Le cose cambiano radicalmente scoprendo le traduzioni dei premi stranieri. Nello stesso periodo, il Goncourt è stato importato soprattutto da e/o (quattro titoli) e Nave di Teseo (tre), mentre Einaudi e Mondadori sono fermi a due ciascuno; ci sono però anche Dalai, Gaffi, Giunti, Guanda, Marsilio, Ponte alle Grazie, Prehistorica. La più grande importatrice di Pulitzer è stata Neri Pozza (quattro titoli), seguita ancora da Nave di Teseo, con tre come Mondadori (Einaudi è ferma a uno), ma ci sono anche Fazi, Marsilio e Sur. Fazi primeggia anche nell’importazione del Booker con quattro titoli, seguita sì da major come Bompiani ed Einaudi con due, ma il premio d’oltremanica è il meglio distribuito fra case diversissime: Adelphi, e/o, Fandango, Feltrinelli, Frassinelli, Guanda, Keller, Mondadori, Nave di Teseo, NN, Ponte alle Grazie, Sur, 66th &2nd. Ben sedici editori italiani hanno tradotto vent’anni di Booker, quasi il doppio dei nove che hanno ricevuto la bottiglia di Strega. E’ la nostra gita a Chiasso.