Perché Pozzecco va solo ringraziato

La Nazionale di basket gli deve tanto anche se non ha vinto nulla. Il Poz ha dato anima e corpo alla causa e ha risvegliato nei giocatori la voglia di vestirsi d’azzurro. Ora sulla panchina si siederà Luca Banchi

Non deve essere stata una settimana tranquilla quella trascorsa da Gianmarco Pozzecco dopo l’eliminazione con dimissioni dall’Eurobasket. Basta andare a rivedersi il suo discorso d’addio per comprendere il tormento che lo starà arrovellando. “Amo ognuno di loro. Non me ne frega un c***o di quale tipo di allenatore sono, non mi concentro sulla mia carriera, non mi importa cosa pensiate di me. Sono concentrato solo su di loro, e oggi sono molto triste perché li vedo soffrire, non perché ho perso. Come gli ho detto negli spogliatoi, nessuno li amerà quanto me. Magari troveranno un allenatore con lo stesso mio amore, ma non di più di me”, ha detto il Poz a modo suo, con le sue facce, con la sua gestualità.

Nessuno potrà smentirlo perché lui si è davvero dato anima e corpo alla causa e ha risvegliato nei giocatori la voglia di vestirsi d’azzurro e di rappresentare il loro paese sacrificando le estati per inseguire un sogno. Il basket italiano dovrà ringraziarlo per questo, per come ha riacceso i riflettori sulla Nazionale dopo i risultati raggiunti da Meo Sacchetti che ci aveva riporta ai Giochi di Tokyo. Pozzecco ha davvero amato all’infinito la Nazionale e si sentirà male per non averle regalato una medaglia. Anche gli Azzurri lo hanno amato, nonostante i suoi minuti di sospensione silenziosi e la pochezza di certi giochi d’attacco. Il Poz non ci ha dato medaglie, ma ci ha dato qualcosa di comunque prezioso: l’amore per la maglia azzurra in un percorso che è molto simile a quello che sta praticando Gattuso con la Nazionale di calcio.

In un’estate in cui erano arrivate la medaglia di bronzo delle ragazze e quelle delle Nazionali giovanili, un europeo all’altezza della Nazionale maggiore sarebbe stato più della classica ciliegina sulla torta, anche perché avrebbe premiato Danilo Gallinari l’ultimo reduce di una grande generazione di giocatori rimasta all’asciutto in Azzurro. Il nostro Europeo invece si è infranto contro Doncic che poi è stato mandato a casa dalla Germania nonostante i 39 punti segnati. Mentre le nazionali di volley continuano la loro collezione di medaglie, quella di basket è tornata in Italia con la solita delusione, ma anche con la convinzione che il futuro possa riservarci delle belle sorprese perché ci sono all’orizzonte c’è una nuova generazione di ragazzi con un potenziale ancora da esplorare fino in fondo (Niang, Diouff, Spagnolo…) e dietro di loro dei ragazzi che hanno già cominciato a vincere e ora devono trovare spazio in campionato per poter proseguire nella loro crescita. Non c’è da essere troppo ottimisti sullo spazio che troveranno gli italiani nel nostro campionato, ma è comunque confortante vedere che la Virtus campione d’Italia abbia investito sugli azzurri in una stagione in cui dovrà difendere il titolo con meno mezzi del passato.

Ora sulla panchina della Nazionale si siederà Luca Banchi reduce dall’esperienza in Lettonia e dall’Anadolu Efes. Sarà un ritorno a casa visto che aveva già allenato l’Under 20 azzurra vincendo poi un bronzo ai Giochi del Mediterraneo e un argento ai Mondiali militari. Sarà un allenatore a tempo pieno, almeno all’inizio e insieme a Gigi Datome dovrà far amare la maglia azzurra aggiungendo anche qualche risultato da ricordare e finalmente da festeggiare. La strada è decisamente in salita, ma più ardua di quella che ha percorso nel suo primo anno alla Virtus e poi in Lettonia.

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