Chi ha scritto al direttore Claudio Cerasa
Al direttore – Je suis Charlie.
Jori Diego Cherubini
Una frase bella usata spesso da Charlie Kirk era questa: “Quello a cui dobbiamo aspirare è la possibilità di avere un ragionevole disaccordo in cui la violenza non sia un’opzione”. La violenza ha connotazioni diverse, lo sappiamo. La violenza è anche una questione di parole. Sono gravissime e vergognose le parole usate dal M5s contro il ministro Antonio Tajani, “prezzolato da Israele”. Sono gravissime e vergognose le parole usate ieri dal ministro Luca Ciriani che ha evocato in Italia un clima da Brigate Rosse, mettendo dentro il calderone anche “un partitino come Italia viva”. Stare calmi e respirare.
Al direttore – Mi sembra giusto informare i lettori del Foglio che nel mio articolo di mercoledì sui rapporti fra Santa Sede e Israele non risultava chiaro che la menzione dei mancati incontri del Papa con i governanti di Israele si riferiva al periodo successivo al pogrom del 7 ottobre. Periodo durante il quale la menzione di quanto è accaduto da parte di Papa Francesco ha sempre avuto carattere marginale e accessorio, in generale nel lungo elenco di situazioni conflittuali nel mondo in coda all’Angelus domenicale. Cordialmente.
Lucetta Scaraffia
Per amor di verità: Papa Francesco, benché sia stato colui che ha usato la parola “genocidio”, ha sempre chiesto la liberazione degli ostaggi.
Al direttore – L’infatuazione occidentale per Hamas mi ricorda quella per l’ayatollah Khomeini. Con tutto quello che ne è scaturito. Cordiali saluti.
Umberto Bardoscia
La questione è semplice. Ogni volta che un occidentale parla di medio oriente dovrebbe chiedersi se le sue parole farebbero piacere o no a Hamas e agli ayatollah. Se la risposta è sì, forse un problema c’è.
Al direttore – “La lezione di questo secolo – il più sanguinoso della storia – è che quando Europa e America agiscono insieme, si promuovono i nostri interessi e i nostri valori più efficacemente di quanto non potrebbe fare da solo ciascuno dei nostri paesi” (Madeleine Albright, segretaria di stato nel secondo mandato di Bill Clinton, la Stampa, 1998).
Michele Magno
Al direttore – Qui, Altiero Spinelli, Ernesto Rossi ed Eugenio Colorni immaginarono un’Europa libera, federale. Era davvero “l’ora più buia”, nel pieno del dominio nazifascista. Eppure, quegli uomini ebbero il coraggio di gettare il seme da cui sarebbe germogliata la costruzione di un continente pacificato e pacifico. Questo è il senso profondo del nostro essere qui, oggi. Non un semplice rito. Ma un impegno. A ricordare che la politica non è bandiera identitaria o ricerca di consenso immediato, ma capacità di costruire il futuro. Soprattutto quando le crisi sembrano far prevalere le difficoltà e i pericoli sulla speranza. Perché ogni tempo ha le sue lotte e ogni generazione è chiamata a scegliere. E’ per questo che oggi vogliamo accogliere chi ogni giorno affronta la violenza delle autocrazie. Qui non sarete mai ospiti, mai stranieri, perché Ventotene è la patria degli uomini e delle donne libere. E vale così per l’Europa: la vostra lotta avrà sempre cittadinanza e troverà sempre un porto sicuro. Viviamo in un tempo fragile: il confine tra guerra e pace è sempre più incerto, le autocrazie restringono le libertà e cercano di imporre nuove sfere di influenza. Le lancette della storia vanno indietro, con il ritorno di logiche di potenza che stanno gettando il mondo nel caos. Contro la forza della legge, si fa strada la legge del più forte. A questo tempo duro noi possiamo dare una sola risposta: l’Europa. Come ha ricordato il presidente Mattarella, “il mondo ha bisogno dell’Europa per non soccombere ai regimi autocratici”. E noi dobbiamo assumerci questa responsabilità rispetto a tutti coloro che lottano per la libertà. Questa Conferenza vuole coltivare un’ambizione grande: unire le voci dei resistenti di oggi a quella delle istituzioni europee. Se esiste una “S.p.a.” delle autocrazie, noi vogliamo connettere il network dei liberi e dei forti, investendo sul futuro della democrazia. Non sarà facile. Ma davanti al delirio di poteri che si proclamano immortali, noi scegliamo una vita libera dentro un potere temperato dalla democrazia.
Pina Picierno europarlamentare del Pd e vicepresidente Parlamento europeo
In bocca al lupo!