Come largamente previsto dai mercati, Francoforte ha comunicato la decisione di mantenere stabile il costo del denaro. L’inflazione ad agosto era del 2,1 per cento, in linea con il target Bce del 2 per cento. No comment di Christine Lagarde (Bce) sulla Francia.
Come previsto dai mercati e dagli analisti, la Banca centrale europea (Bce) ha comunicato oggi di mantenere invariati i tassi di interesse nel mese di settembre. Il tasso sui depositi resta al 2 per cento, il tasso principale di rifinanziamento al 2,15 per cento e il tasso sul prestito marginale al 2,40 per cento.
L’inflazione dell’area euro si è attestata al 2,1 per cento ad agosto, in linea con le aspettative e con l’obiettivo della Bce del 2 per cento. La scelta di non intervenire sui tassi riflette la cautela del Consiglio direttivo della Bce di fronte a un quadro congiunturale ancora incerto. Secondo le nuove proiezioni macroeconomiche della Bce, l’inflazione potrebbe scendere leggermente sotto il 2 per cento nel 2026, aprendo la porta a ulteriori tagli dei tassi nei prossimi mesi. Infatti, la Bce ha dichiarato che l’inflazione complessiva si collocherebbe intorno all’1,7 per cento nel 2026, e intorno all’1,9 per cento nel 2027.
Inoltre, le stime di Francoforte hanno rivisto in positivo i dati comunicati a giugno sulla crescita dell’economia nel 2025, che secondo l’istituto sarà dell’1,2 per cento, rispetto allo 0,9 per cento stimato all’inizio dell’estate. La Bce ha comunicato che ha previsto una crescita nel 2026 inferiore, all’1 per cento, per poi tornare all’1,7 per cento nel 2027.
Nella conferenza stampa che ha seguito la pubblicazione della decisione sui tassi d’interesse, Christine Lagarde (presidente della Bce) ha inizialmente dichiarato che l’effetto dei dazi, insieme alla forza dell’euro rispetto alle altre valute, ha frenato crescita dell’economia nel 2025, ma questo dinamica dovrebbe ridursi l’anno prossimo. Nonostante ciò, la presidente si è detta ottimista: “Il processo disinflazionistico è finito: stiamo andando verso un’inflazione costante al 2%, come volevamo. Dovremo però osservare i dati dei prossimi mesi”.
Riguardo i futuri tagli dei tassi d’interesse, Lagarde ha dichiarato che il Consiglio direttivo deciderà di riunione in riunione. Al momento i mercati prezzano un primo taglio entro dicembre, mentre molti economisti dubitano che nel 2025 ci sia spazio per un allentamento aggiuntivo, oltre a quello già scontato. Escludere esplicitamente ulteriori tagli potrebbe spingere i mercati ad alzare i rendimenti dei titoli di stato, scontando una politica restrittiva più a lungo. L’effetto sarebbe visibile non solo su Bund e Btp, ma anche sugli Oat francesi, con possibili aumenti dei costi di finanziamento per stato e settore privato. Per questo la comunicazione della Bce punta a mantenere più opzionalità: tenere aperta la porta consente di evitare conseguenze finanziarie indesiderate.
A un anno dal rapporto di Mario Draghi sulla competitività europea, Lagarde ha insistito sul passaggio dalle parole ai fatti: “Resta essenziale dare seguito alle raccomandazioni con azioni concrete e accelerarne l’attuazione, in linea con le aspettative della Commissione europea”. E sul fronte del mercato dei pagamenti: “Serve chiudere rapidamente l’architettura normativa che, se ritenuto necessario, consenta di introdurre l’euro digitale. Consumi e investimenti – ha aggiunto – dovrebbero beneficiare dei tagli dei tassi già effettuati e che man mano si riflettono sull’economia. Gli investimenti, in particolare, saranno ulteriormente sostenuti da una spesa pubblica ingente in infrastrutture e difesa”.
Lagarde non ha invece voluto commentare la situazione politica e finanziaria francese, ma ha detto che è confidente nella volontà dei dirigenti politici di ogni stato membro di ridurre “l’incertezza”. Ha ribadito che ci sono dei termini stabiliti dal regime finanziario europeo, e che è responsabilità di ogni stato quella di rispettarli. Sul mercato dei titoli di stato europei ha dichiarato: “Li vediamo ordinati e funzionanti, senza problemi e con buona liquidità. Riteniamo di disporre di tutti gli strumenti necessari, se richiesti, qualora ce ne fosse bisogno”.
Infine, nessun riferimento al Transmission Protection Instrument (Tpi) (tramite il quale la Bce può acquistare sul mercato secondario titoli emessi dagli stati dell’euro area) nell’ultima riunione del Consiglio direttivo, ha dichiarato Lagarde. La presidente ha ribadito infine che l’eventuale ricorso al Tpi dipende da condizioni di mercato ritenute idonee e rimane a piena discrezione dell’organo di governo della Bce.