Trump vuole più “guerra” dentro al dipartimento della Difesa

La proposta del presidente americano ignora le ragioni storiche del cambiamento del 1949, legate alla riorganizzazione militare postbellica e a una visione della guerra come estrema difesa, non come aggressione

Il presidente americano Donald Trump vorrebbe modificare il nome del dipartimento della Difesa, tornando a chiamarlo dipartimento della Guerra, il nome che ha avuto fino al 1949. Durante la conferenza stampa seguita alla visita a Washington del leader sudcoreano Lee Jae-myung, Trump ha detto che “il nome è stato modificato in seguito a una visione troppo politically correct”. Secondo il presidente la dicitura precedente suonava più minacciosa agli avversari, e questo sarebbe confermato dal fatto che “quando si chiamava così, abbiamo vinto tutte le guerre a cui abbiamo partecipato”. Nell’ultimo periodo, sul social di sua proprietà Truth, Trump ha iniziato a riferirsi al titolare del dicastero della Difesa, Pete Hegseth, come al “segretario della Guerra”. Non c’è però un complotto woke nella nascita del ministero della Difesa, ma la volontà degli Stati Uniti di ristrutturare in senso più centralizzato l’intero apparato delle Forze armate, in linea con tentativi comuni che stavano avvenendo in molti paesi occidentali, tra cui l’Italia, alla fine della Seconda guerra mondiale. Il dipartimento della Guerra, istituito da George Washington nel 1789, non ha infatti mai controllato le Forze armate nel suo insieme, ma soltanto l’Esercito: la Marina, istituita nel 1798, aveva un altro dicastero e nel 1947 era nata anche l’Aeronautica, che fino a quel momento non godeva di autonomia.

L’allora presidente Truman voleva razionalizzare questa frammentazione, “per tagliare i costi e migliorare la sicurezza nazionale”, creando un’unica struttura burocratica che riunisse tutte le Forze armate. Fino a quel momento, i vari corpi indipendenti non comunicavano tra loro e questo comportava un limite evidente nella guerra moderna, che richiedeva operazioni belliche combinate con sempre maggiore frequenza. Nel 1947, dopo aver ottenuto l’approvazione del Congresso, Truman ha costituito il National defense establishment, una nuova struttura centralizzata in cui sarebbero confluite tutte le Forze armate, che sarebbe poi diventato nel 1949 il dipartimento della Difesa. Con quest’ultima riforma sono state istituite le figure del segretario alla Difesa – un civile – e del Capo di stato maggiore congiunto – un militare. La nuova struttura non era stata ben accolta, soprattutto da parte della Marina, che temeva di perdere l’indipendenza mantenuta negli anni. Fino a quel momento, infatti, aveva potuto disporre di un bilancio ad hoc, mentre con l’accorpamento ministeriale avrebbe dovuto contrattare con le altre Forze una quota dell’intero budget della Difesa. Nonostante le proteste degli ammiragli, che temevano di perdere la loro preminenza a scapito dell’Aeronautica, dimostratasi fondamentale nell’ultimo conflitto, la struttura del dipartimento è rimasta inalterata fino a oggi, con la sola aggiunta della neonata Space Force, la Forza spaziale attivata da Trump nel 2019.



“Un obiettivo della nuova struttura”, ha detto al Washington Post Krister Knapp, professore di Storia alla Washington University di St. Louis, “era stabilire che l’obiettivo principale fosse la difesa nazionale, e non la guerra, vista come uno strumento di aggressione”. Dopo la fine della Seconda guerra mondiale, infatti, opinione comune in molti paesi che avevano partecipato al conflitto era che la guerra dovesse essere uno strumento da utilizzare come ultima istanza, accettabile solo in caso di difesa dei propri confini dalla minaccia di un nemico esterno. Gli Stati Uniti, col cambio di nome, segnalavano quindi che sarebbero ricorsi alla guerra solo difensivamente. Nei giorni scorsi la portavoce della Casa Bianca Anna Kelly ha detto che “il nostro Esercito dovrebbe essere focalizzato sull’attacco, non solo sulla difesa”. Una dichiarazione paradossale, soprattutto se consideriamo che Trump ha sempre affermato che sarebbe stato l’uomo che avrebbe posto fine a tutti gli impegni militari degli Stati Uniti nel mondo. Il presidente, però, non può modificare facilmente il nome del dicastero: c’è bisogno di un voto del Congresso, e il tema non sembra essere all’ordine del giorno.

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