Il maestro finlandese dell’umorismo torna in libreria con “Un gruista in paradiso”. Risate e commozione per una parabola sull’onnipotenza che fa cadere ogni ipocrisia sul Bene e sul Male, e che ci fa fare pace con l’angelo custode
Se avete letto Feh. Che schifo la vita di Shalom Auslander – ne ha scritto su queste pagine Marco Archetti – e lo considerate fra i libri dell’anno, forse vorrete far pace con Dio, che lì è raccontato come volontario persecutore dell’autore: guarda le sue disavventure su uno schermo, stile Grande Fratello, e ride. Ecco allora che Iperborea pubblica Un gruista in paradiso di Arto Paasilinna, tradotto da Nicola Rainò. Già la descrizione dell’Onnipotente nella primissima pagina è decisamente conciliante: “Dio è un bell’uomo. Alto uno e settantotto, leggermente robusto, ma ben proporzionato e di portamento fiero (…) Indossa un abito grigio di flanella, che gli sta da dio (…) Usa di preferenza gli slip (…) Ha l’aspetto di un uomo, non del dio della nostra fantasia, cosa che del resto non dovrebbe neanche stupire: non ha creato Lui stesso l’uomo a sua immagine e somiglianza?”. Insomma, più o meno, si scopre nella lettura: Dio è talmente stanco delle imperfezioni della creazione, soprattutto di quelle che albergano nell’essere umano, da aver bisogno di una vacanza. Indice così una selezione per trovare un sostituto temporaneo, ricerca affidata a San Pietro e all’arcangelo Gabriele: la scelta ricade sull’operatore di gru Pirjeri Ryynänen, di Helsinki.
Attenti, giovani intellettuali che comprate i bellissimi Iperborea per metterli in fila sulla libreria, da abbinare a un pothos in vasetto mentre il giradischi suona i Kings of Convenience: se volete rispecchiarvi, state alla larga da Arto Paasilinna. Se invece vi muove la voglia di viaggio autentico nell’umanità più varia, e anche meno carina, lo scrittore finlandese di culto può farvi da guida, così come accade dal ’94, quando vide la pubblicazione in Italia de L’anno della lepre – più di 150 mila copie nel nostro paese. Non che non sia un virtuoso, Pirjeri, anzi è stato scelto per il fervore delle sue preghiere. Ma certo la sua vita non è sbrilluccicosa, è divorziato, la nuova compagna lo assilla, la pecunia scarseggia. In paradiso porta la rivoluzione, a cominciare dalla scelta di trasferire la sede in Finlandia, in mezzo a paludi molto poco amate dai consiglieri più stretti di Dio. Ed ecco che, con il consueto ma geniale umorismo, Paasilinna racconta le difficoltà e le pochezze che affliggono il lavoro in una grande azienda, tra patriarchi e profeti offesi per essere stati a lungo dimenticati e giovani angeli rampanti che si mettono in testa di informatizzare la ricezione e la catalogazione delle preghiere – il Gruista è dell’89: nostalgici degli anni 90, questa descrizione di una neonata società di computer è per voi.
S’i’ fosse Dio… a tutti viene in mente prima o poi, e non c’è pensiero più liberatorio: essere onnipotenti significa far cadere tutte le ipocrisie, sciogliere tutti i compromessi. Cosa difficile a farsi, perché spesso quel che resta è squallore, ma lì si annida anche la natura dell’uomo, sulla quale né Dio né Pirjeri possono intervenire, ovvero la sua libertà: che è anche quella di essere persone da poco. E non è lì che si trova il Diavolo: quello, Pirjeri lo incontra nelle catastrofi naturali, nelle guerre, negli attacchi informatici per sabotare la raccolta delle preghiere. Con lui non parla mai, perché lo scontro è totale: il grigiore morale è un conto, ma il Male va solo preso a pedate. Anche per la chiarezza con cui sa distinguerlo dal Bene, Paasilinna è uno scrittore forse meno modaiolo di quanto le copertine pastello possano far credere.
Il Dio surrogato trova il Bene nelle cose più semplici, e anche poterlo ammettere senza finzioni non è da poco: aiutare un amico in bancarotta, rendere la propria fidanzata un po’ più comprensiva, abbassare il livello di dolore totale che si prova nel mondo. E ovviamente creare nuove specie animali. Far sorridere e commuovere con una parabola all’apparenza così telefonata è proprio un’impresa da dio.