Quanto costa vedere il calcio in tv in Europa

In Italia per non perdersi Serie A e Champions League la spesa complessiva parte da un minimo di 585 euro annui. Negli altri paesi va peggio

Con la ripartenza dei campionati nazionali in tutta Europa torna a incendiarsi l’annoso dibattito sul costo da sostenere per vedere il calcio in tv. Un tema che non riguarda solamente l’Italia, ma che si estende inevitabilmente a tutta Europa e non solo. Per questo motivo, per potersi fare un’idea più chiara di quanto sia effettivamente oneroso l’investimento per vedere all’opera la propria squadra nel cuore, è utile mettere il naso oltre i confini nazionali, negli altri paesi europei che ospitano i migliori campionati del continente.

Partendo da casa nostra, per non perdersi Serie A e Champions League (le competizioni per eccellenza della stagione), la spesa complessiva si aggira su un minimo di 585 euro annui. Un pacchetto TimVision con Dazn e Prime, unito all’abbonamento a Now di Sky, permette infatti di coprire l’intera stagione.

Molto diversa la situazione in Spagna, dove l’opzione più economica è proposta da Orange: circa 1.200 euro all’anno per la Liga e la Champions League, cifra che però include l’abbonamento obbligato per la rete internet.

Ancora più complesso il quadro in Inghilterra. Qui la Premier League e le coppe europee sono suddivise tra Sky, TNT Sports e Amazon Prime, con una spesa che arriva a quasi 1.000 euro l’anno.

In Francia l’offerta è invece più compatta: il nuovo canale di Lega trasmette la Ligue 1 a meno di 200 euro annui, ma per seguire tutto il torneo (compresa la sfida di beIN) e la Champions si arriva a investire 585 euro.

La Germania si colloca in una fascia più alta, con un pacchetto combinato Sky-Dazn e Amazon Prime che porta la spesa a oltre 800 euro l’anno.

Insomma, seguire il calcio in tv resta un investimento importante per i tifosi, seppur con sostanziali differenze di prezzo, legate anche al costo dei diritti tv per i broadcaster e al costo della vita nei paesi. Basti pensare che, pur essendo in assoluto il più basso tra i competitor, il prezzo in Italia incide per quasi l’1,8 per cento sullo stipendio medio: meno di Spagna e Inghilterra, ma più che in Germania e in Francia.

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