Dopo Salvini, che ha affermato che “avere dubbi sull’obbligo vaccinale è buon senso”, Claudio Borghi rilancia: una proposta per abolire la Legge Lorenzin
Le ambiguità delle posizioni della Lega sui vaccini non sono una novità, ma in questi giorni gli scetticismi del partito sulle vaccinazioni hanno ripreso vigore in seguito al caso delle nomine del Nitag, il Gruppo tecnico consultivo nazionale sulle vaccinazioni. Pochi giorni fa il ministro della Salute Orazio Schillaci ha revocato le nomine dell’intero gruppo – nomine da lui stesso firmate con un decreto agli inizi di agosto – anche se le polemiche erano ruotate prevalentemente attorno a due membri considerati No vax: Paolo Bellavite, ex ematologo, ed Eugenio Serravalle, pediatra.
La scelta di Schillaci di revocare le nomine ha riacceso divisioni nella maggioranza, e ha incontrato il disappunto di diversi esponenti della Lega, a cominciare dal segretario Matteo Salvini, che martedì aveva dichiarato: “Qui non ci sono dei dogmi e da un comitato consultivo di 20 persone azzerare chi non la pensa come il mainstream, non mi sembra scientificamente corretto”. Il ministro ha poi rincarato la dose il giorno dopo: “Dirsi dubbiosi sull’obbligo vaccinale, che non c’è nella maggior parte dei paesi europei non penso sia antiscientifico, penso sia di buon senso”.
Da anni la Lega conduce una battaglia ideologica contro la Legge Lorenzin, con la quale nel 2017 fu introdotto l’obbligo delle vaccinazioni per i minori da 0 a 16 anni. Sul tema è tornato Claudio Borghi, senatore leghista tra i più risoluti oppositori dell’obbligo vaccinale, che lo scorso anno aveva presentato un emendamento al decreto liste d’attesa per rimuovere l’obbligo, e che ieri in un’intervista a Repubblica ha annunciato una proposta di legge per abolirlo: “Ci riproveremo, certo. Così ci allineeremo con gli altri paesi, visto che a livello internazionale quello che ha fatto l’Italia è l’eccezione e non certo la regola. Vogliamo evitare qualsiasi obbligo vaccinale”.