Il “successo” dei bpt sulla Francia ma non sulla Spagna, che cresce di più
L’Italia ha quasi raggiunto la Francia in quanto a credibilità sui mercati finanziari, buona notizia, ma fa ancora fatica ad avvicinarsi alla Spagna. Un grafico dello spread su titoli governativi a 10 anni, elaborato da Intermonte su dati Bloomberg, mostra che la differenza tra i rendimenti dei Btp e gli Oat francesi si è effettivamente ridotta a circa 10 punti base, cosa che non accadeva da vent’anni, ma la differenza con i Bonos spagnoli è rimasta a 23 punti base, sebbene ci sia stato un recupero rispetto a inizio anno quando la forchetta con la Spagna era di 50 punti base. Le ragioni per cui si muovono questi parametri sono complesse, comprese politiche monetarie e fattori geopolitici, ma volendo ridurre il tutto a meriti e demeriti dei governi di questi paesi, si potrebbe dire che sicuramente il governo Meloni è considerato dagli investitori stabile e prudente sui conti pubblici, ma che parallelamente c’è stato un netto peggioramento delle previsioni sul debito francese. Secondo alcuni analisti, infatti, a prescindere da come andranno i negoziati sull’Ucraina, il nord Europa si dovrà armare molto di più e la Francia soprattutto non potrà essere da meno della Germania. In pratica, Macron vorrà aumentare il budget militare ma ha conti pubblici precari e farà più fatica. Ecco perché gli investitori stanno chiedendo rendimenti più elevati per comprare i suoi titoli di stato. Un fenomeno molto simile si sta verificando per i Bund tedeschi, i cui rendimenti a 10 anni sono passati da zero al 2,7 per cento nel giro di pochissimi anni, contribuendo a ridurre a 82 punti base lo spread con l’Italia, proprio a causa del programma di spesa per la difesa stanziato da Merz. La differenza però, rispetto a Francia e Italia è che i conti pubblici tedeschi sono storicamente in ordine. E la Spagna? Il governo Sánchez ha confermato una previsione di crescita del pil per quest’anno al 2,7 per cento rispetto all’Italia che lo vedrà aumentare solo dello 0,5-0,7 per cento, secondo le più recenti previsioni. Quando si parla di spread sovrano, bisogna guardare anche alla crescita.