Zaia: “Senza affrontare la ‘questione settentrionale’ l’Italia fallisce. Serve l’autonomia differenziata”

Dopo il presidente dell’Emilia-Romagna Michele De Pascale, anche il governatore leghista del Veneto interviene nel dibattito lanciato dal Foglio

“Non c’è dubbio che oltre alla questione meridionale ce ne sia una settentrionale, sono anni che ne parlo. In che cosa consiste? E’ molto semplice: dare risposte a un tessuto sociale e produttivo che altrimenti non riesce più a produrre ricchezza da redistribuire a tutto il paese”. Luca Zaia, eterno ma ormai uscente presidente della regione Veneto, massimo sostenitore dell’autonomia differenziata alla quale ha dedicato anche l’ultima delle sue tante fatiche letterarie, “Autonomia. La rivoluzione necessaria”, interviene sul dibattito lanciato lunedì dal Foglio con l’articolo di Carlo Stagnaro, intitolato proprio “La questione settentrionale”. “Io – dice Zaia – noto che c’è una sorta di ritrosia, se non senso di colpa, a parlare di ‘questione settentrionale’. Come a dire ‘visto che siete ricchi non dovete parlare’. E invece per il nostro paese rappresenta un problema tanto quanto quello del Mezzogiorno. E’ qui al Nord, in sole 4-5 regioni su 20, che c’è un residuo fiscale abbastanza alto da consentire di pagare, con le tasse che rimangono a Roma, i servizi anche al resto del paese. Cosa succede se, a causa del disinteresse centralista, questa ricchezza non viene più prodotta?”. Per Zaia, non c’è neppure da dirlo, la soluzione ha un nome e cognome: autonomia differenziata. “Se ancora oggi ci sono due Italie – dice – la colpa non è dell’autonomia o del federalismo, ma di una gestione centralista che ha fallito: non ha aiutato a risolvere i problemi del Sud e ha penalizzato anche il Nord. Dobbiamo uscire dal retaggio secondo cui l’autonomia interessa solo ai settentrionali”.


“La verità – prosegue Zaia – è un’altra: senza autonomia l’Italia rischia di smettere di produrre la ricchezza che viene redistribuita in tutto il paese e allo stesso tempo con lo status quo il Sud non ha alcuna occasione di riscatto. E infatti sono convinto che l’autonomia o la facciamo per scelta o la dovremo fare per necessità”. D’altronde, sostiene il governatore, sarebbe dovuto essere così sin dall’inizio. “Einaudi – ricorda – già durante la Costituente diceva che ‘a ognuno dovremmo dare l’autonomia che gli spetta’. E del resto in quei giorni si scriveva anche la Costituzione tedesca, autenticamente federalista. In Italia, anche per ragioni contingenti legate all’emergenza, si fece una scelta centralista che però alla fine ha solo polarizzato ancora di più il paese. E’ immorale immaginare che ancora oggi ci sia un’Italia a due velocità, dove i bambini, in base a dove nascono, hanno un futuro diverso. Per non parlare di chi è costretto a fare le valige per curarsi fuori regione. Per questo i livelli essenziali di prestazione, già previsti dalla riforma del Titolo V del 2001, sono alla base anche dell’attuale progetto di autonomia differenziata. Lo scopo è garantire che nascere a Venezia o a Reggio Calabria non sia diverso”. Secondo Zaia, inoltre, basterebbe guardarsi intorno per capire che quella dell’autonomia è la strada giusta. “Oggi – dice – tutti i sistemi che funzionano nel mondo sono federalisti e autonomisti”. Il governatore del Veneto risponde anche a chi sostiene che con il regionalismo siano aumentati spesa pubblica e debito: “Il debito pubblico italiano è cresciuto dal ’48 in poi non certo per l’autonomia. Oggi semmai lo spreco lo si combatte con il controllo ossessivo della spesa, ma non lo puoi fare da Roma: lo devi fare da vicino. Anche in una multinazionale il centro di costo è controllato a livello dell’ultimo anello della catena, perché è questo il modo migliore per farlo”.



Intanto un altro presidente di regione, il collega governatore dell’Emilia-Romagna, Michele De Pascale, ieri su questo giornale ha scritto che la vera soluzione è l’“autonomia reale”, cioè evitare che le regioni siano svuotate delle competenze che hanno già oggi, e non quella differenziata proposta dai leghisti. Replica Zaia: “Di certo non è stato questo governo a togliere competenze alle regioni perché, salvo una piccola parentesi di governo giallo-verde, per 10 anni il paese ha sempre avuto la sinistra a guidare i governi. Al di là di questo non ho mai trovato ai nostri tavoli un collega presidente di regione, da Nord a Sud, che non chieda più autonomia. A chi oggi da sinistra critica l’autonomia differenziata vorrei ricordare quello che nel 2014, quando iniziò questo percorso, diceva l’allora presidente della Repubblica Giorgio Napolitano: l’autonomia è una vera assunzione di responsabilità, in un paese che deve ritrovare le sue responsabilità”.

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