Pippo Baudo è morto senza eredi. Cosa vuol dire essere l’ultimo maestro di stupore

Con la sua voce ha introdotto il mondo nelle case degli italiani facendo da guida, da tramite e da garante di un ordine televisivo che oggi non esiste più. Con lui scompare il rito collettivo che inizia con l’espressione: “Ecco a voi”

Pippo Baudo, stupore del mondo; nel senso che era lui a farsi carico, in modo partecipe benché garbato, di rendersi tramite del nostro stupore. Si trattasse di Cavallo Pazzo o di Heather Parisi, di Liza Minnelli o di Michael Jackson, della morte di Claudio Villa o dell’abbraccio a Mike Bongiorno, Pippo Baudo era l’intercapedine attraverso cui decine di milioni di italiani osservavano il gran teatro del mondo e ci entravano a contatto, lasciandosi condurre e proteggere da lui al contempo. Una presentazione di Pippo Baudo era parola creatrice, un “ecco a voi” che equivaleva a “sia la luce” e che rendeva manifesta la realtà a un vasto pubblico semplice per il quale, altrimenti, sarebbe rimasta sempre celata e inesistente.

Sotto questo aspetto bisogna dunque interpretare il tormentone del “l’ho scoperto io”, “l’ho inventato io”, “l’ho creato io”, su cui lui stesso ricamava ridendone; poiché, per moltissimi italiani, una televisione senza Pippo Baudo sarebbe stata, con ogni probabilità, un ottuso monoscopio. Non così ai nostri giorni, purtroppo, in cui la visione della realtà irrompe sui nostri dispositivi in modo prepotente, personalizzato e privo di intermediazione, rendendo superflua la figura sacerdotale ed ecumenica del presentatore; è una realtà che germina spontanea e caotica soffocando qualsiasi parola cerchi di darle ordine (i reality show sono la firma della tv sotto la propria resa). Scorrazziamo da un punto all’altro come pecore matte, ciascuno in balia del richiamo che trova più intenso ed emozionante, e nel brulichio individualista non c’è più un alto né un basso, non c’è più un prima né un dopo, non c’è più una scaletta né un presentatore. Pippo Baudo è morto senza eredi: non si può più dire “ecco a voi” perché non c’è più “ecco”, non c’è più “noi”.

Di più su questi argomenti:

Leave a comment

Your email address will not be published.