“Il fenomeno dei campi, abusivi o regolari, non va fronteggiato con le ruspe. Ma col coraggio di fare cose possibili: contromisure pragmatiche, costrizioni all’integrazione. La politica degli slogan è fine a sé stessa”, dice il forzista e vicepresidente della Camera
Salvini spazzatutto? “Pianta la bandierina e fa incetta di like, ma il suo modo di agire è inconcludente” poi Giorgio Mulé, vicepresidente della Camera, di Forza Italia, butta acqua sul fuoco: “Salvini ha avuto la reazione di un padre di famiglia ma è anche quella di un politico che reagisce di pancia, a un evento che provoca un gran mal di pancia”. L’uccisione di una donna da parte di quattro minorenni alla guida, nel Milanese. “Bruciare tutto, come sento dire, non può essere la soluzione: non sarà con una versione 2.0 del fuoco purificatore evocato da Dante che i rom diventeranno santi… il fenomeno dei campi, abusivi o regolari, non va fronteggiato con le ruspe. Semmai sputando fuori i rospi”. Cioè? “Col coraggio di fare cose possibili: contromisure pragmatiche, costrizioni all’integrazione. La politica degli slogan è fine a sé stessa. Del vicepremier che riempie i giornali ne parleremo fino a Ferragosto. Poi seguiranno altri arresti di cittadini rom. E questo è un dato reale: messo in croce Salvini, che facciamo? Che fa il sindaco Sala? Il cattivismo contro il buonismo non porta da nessuna parte”. E allora ecco la versione di Mulè: “Non è scampanellando agli spacciatori, o dando fuoco al sabba dell’illegalità presunta, che si risolve la questione”. Quindi? “Non facciamoci distrarre”.
Dice Mulè: “Salvini risponde da Salvini a un’emergenza di cui ci accorgiamo soltanto a tragedia avvenuta. Ma il problema è un altro. Ed è quotidiano. Basta guardare le statistiche dei detenuti nelle carceri minorili: i rom sono il 40 per cento del totale, una quota folle rispetto alla loro popolazione. E per le detenute madri, a Rebibbia, è prossima all’80-90 per cento. Dunque ci vuole intransigenza”. Senza farsi giustizieri? “Dico rospi perché vanno introdotti dei correttivi severi, verso quei genitori che lasciano crescere come sappiamo i loro figli. Su Milano e altre città metropolitane si sono trascurati molti interventi, i comuni si affidano allo scaricabarile. Quindi hanno responsabilità non indifferenti sulla mancata vigilanza e ricezione dei campanelli d’allarme”. Diversi politici, tra cui Carlo Calenda, fanno notare che Salvini spara a zero contro Sala per poi glissare sui contestuali doveri della regione Lombardia – a guida leghista – e del ministro dell’Interno. Cioè il suo collega Piantedosi. “Il ministero concorre, ma deve avere stimoli dal territorio”, puntualizza il vicepresidente della Camera. “Io a memoria non ricordo grandi intemerate del sindaco Sala sui rom. Né sulla sicurezza di Milano in generale, che anzi viene presa sempre come l’esempio del nuovo umanesimo da ricercare: è la retorica del classico approccio di sinistra, che fa dell’inclusione sociale una grande teoria ma in pratica lascia il vuoto”. Sala ribatte che nell’ultimo decennio le giunte di centrosinistra hanno sgomberato molti più campi rom di quelle di centrodestra. “Ma siamo consapevoli delle condizioni in cui versa Milano? Direi che i famosi commissari alla sicurezza voluti dal sindaco, come Franco Gabrielli, non hanno sfoderato grandi risultati”.
L’alternativa, secondo Mulè. “Rendere effettivo l’obbligo scolastico che talvolta esiste soltanto sulla carta. Prendendo fisicamente i ragazzi la mattina da quei campi, evitando così dispersione e criminalità dovute all’ozio e all’inerzia”. Non ci vorrebbe un gran dispiego di forze dell’ordine? “Certo. Si mandino i vigili urbani, appello ai presenti e via dentro gli scuolabus. E chi non ci va non è tollerato: integrazione controllata significa pugno duro con le famiglie negligenti e governare il fenomeno delle occupazioni abusive, offrendo sistemazioni decenti. Altrimenti questi agglomerati diventano fucine di delinquenti. Più si raggruppano, più si isolano e finiscono per trasgredire. Attenzione però”. Ecco lo scudo di Forza Italia. “Salvini farà anche chiasso, ma non è capitan fracassa. A differenza di Conte, il re dell’ipocrisia. O della regina Schlein, che dà un colpo al cerchio e uno alla botte”. Allora il vicepremier cos’è? Il fante? “No. Perché urla, sbraccia, ma fatti alla mano ne esce e si mette a cuccia. Lo vediamo anche nell’impazzimento generale a livello europeo. La commissione von der Leyen è figlia di nessuno: è stata creata affinché l’Ue non sprofondasse negli inferi dell’ingovernabilità. Dunque le manca legittimazione politica e ciò la espone ad attacchi esponenziali multipli. Difesa, dazi, industria. Salvini spara cannonate, FdI a salve, noi rattoppiamo. Ma in fin dei conti, anche sulle tariffe, lui stesso ha riconosciuto il valore del compromesso firmato da Ursula con Trump. Sono proiettili di gomma, i suoi”. Ruspe giocattolo.