Per qualche milione Donnarumma perse la porta

Il portiere italiano è stato uno dei protagonisti della vittoria della Champions League con il Paris Saint-Germain. Lascerà però Parigi. Una scena che i tifosi del Milan hanno già vissuto

C’era un tempo nel quale bastava parare, e chi parava più e meglio era il migliore e il miglior giocava sempre, l’unico a cui non servivano cambi per rifiatare. Non era semplice nemmeno allora fare il portiere, perché tra essere considerato campione o un pippone a volte la differenza è lieve, sottilissima, almeno per i tifosi. Bastano pochi errori, qualche papera, e uno stadio inizia a preoccuparsi quando la palla si avvicina alla propria area di rigore. E quando ciò avviene, anche il portiere più capace e concentrato risente della sfiducia. Non era semplice, ma almeno bastava parare. Ora serve pure avere piedi buoni e testa fina per capire e costruire il gioco. Una vitaccia. Perché qualcuno tra i pali ci è finito per passione, ma altri, i più, perché meno capaci degli altri col pallone tra i piedi. Grama vita anche in porta per loro, ora che va di gran moda il portiere passatore.

Gianluigi Donnarumma non ha piedi raffinati, non è uno che potrebbe giocare lontano dai pali, ma tra i pali è fortissimo. Lo dimostra da anni, lo ha fatto in maniera eccellente in questa stagione. Se il Paris Saint-Germain è riuscita a vincere la Champions League, una parte del merito è senz’altro delle parate del portiere italiano. Lo si è visto chiaramente in campo, soprattutto nei quarti di finale e in semifinale, lo ha riconosciuto l’allenatore dei parigini, Luis Enrique.

Non tutto è andato bene tra Gianluigi Donnarumma e Luis Enrique in questi anni. L’allenatore spagnolo però ha sempre sostenuto il portiere italiano e gli ha sempre concesso seconde occasioni dopo errori e incomprensioni. Certo, Luis Enrique è un allenatore che preferisce portieri dai piedi ottimi, ma è anche uomo che sa capire che è meglio un estremo difensore che para tantissimo a uno che calcia in modo eccezionale ma si ritrova a tirare fuori dalla rete qualche pallone in più. E Lucas Chevalier, il nuovo portiere acquistato dal Paris Saint-Germain, è un portiere bravo, assai capace con i piedi, ma con le mani non è al livello del portiere italiano.

La storia dei piedi buoni dei numeri uno è però a volte fumo scenico. O lo è almeno a Parigi.

Luis Enrique è un uomo che pretende chiarezza, al quale non piacciono i doppigiochi, e che soprattutto, dice chi gli sta vicino da anni, che crede che ciò che si è fatto in passato può ritornare se non si cambia atteggiamento nei confronti della vita. E negli ultimi sei mesi Luis Enrique ha vissuto un deja-vù. Ha intravisto capitare a lui ciò che era capitato a Stefano Pioli anni prima. E tutto questo, sottolinea ancora chi gli sta vicino da anni, nonostante la promessa del suo portiere di risolvere alla svelta i problemi contrattuali per avere la testa sgombra per la stagione calcistica.

Una promessa non mantenuta è un affronto per chi ritiene che il rapporto tra allenatore e giocatori debba partire da assoluta fiducia, fosse anche unidirezionale: io mi devo fidare di te, se tu non ti fidi di me poco male, puoi sempre cambiare idea.

Gianluigi Donnarumma è sul mercato perché non ha mantenuto fede alla promessa fatta, tutto qui. Non ci sono ragioni tecniche, non ci sono questioni tattiche o di preferenza di un giocatore rispetto a un altro”, ha detto al Foglio un collaboratore di Luis Enrique. Una versione ben diversa da quella data ai social dal portiere italiano: “Purtroppo, qualcuno ha deciso che non potrò più far parte di questo gruppo e contribuire ai successi della squadra. È una decisione che mi lascia deluso e amareggiato. Spero di avere ancora l’opportunità di guardare negli occhi i tifosi del Parc des Princes e salutarvi come meritate”.

C’è ricascato, Gianluigi Donnarumma. Ha provato a forzare la mano, a chiedere di più, sempre di più. Il Paris Saint-Germain però non ha fatto come il Milan, non ha sperato che l’entourage del portiere facesse un passo indietro. Il Paris Saint-Germain ha deciso che farà a meno di lui. Perché se per anni ha incentivato il gioco al rialzo degli agenti, ora ha deciso che basta, che non è il caso di continuare con tutto questo. Si è accorto tardi di tutto questo, ma almeno se ne è accorto.

E così Gianluigi Donnarumma se ne dovrà andare da Parigi. Non gli mancheranno le occasioni per giocare in un grande club.

Se ne andrà una seconda volta da un posto che lo adorava per cupidigia, per volontà di avere di più. Ha pienamente il diritto di farlo. Andrebbe data però anche la facoltà ai tifosi di fischiarlo per questo indipendentemente se la maglia che porta è quella della Nazionale o di un altro club. L’ultima volta, i tifosi del Milan passarono per nemici della patria. Erano solo persone che si erano sentite tradite.

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