Il giorno già scritto di Ilva

Oggi Urso incontra gli enti locali (senza il sindaco) per un ipotetico accordo. L’ennesimo giorno della verità per Taranto

E’ convocato per oggi alle 11 a Palazzo Piacentini l’incontro con il ministro Urso e gli enti locali pugliesi per firmare l’accordo sul nuovo piano Ilva. Ma il sindaco di Taranto, dissociandosi persino dal suo grande elettore Michele Emiliano, non ci sarà. Con la sua maggioranza ha deciso di non firmare la bozza proposta dal ministro, ritenendola di irrilevanza giuridica. Il governo ha già rilasciato l’autorizzazione per la continuità di tre altoforni per i prossimi 12 anni e pubblicato l’aggiornamento del bando di gara per la vendita. La firma degli enti locali non è necessaria, dato che il governo ha su Ilva pieni poteri. Secondo i sindacati il piano Urso è irrealizzabile già nella fase 1: i sei milioni da produrre nel 2026 con tre altoforni che crollano a picco. Ma anche loro hanno deciso di scaricare la responsabilità sul sindaco. Del resto nessuno fin qui al tavolo ha chiesto a quanto ammonta l’investimento, e chi lo copre. A porte chiuse il ministro ha detto che servono 10 miliardi. E nessuno è disposto a metterli a Taranto. Nemmeno lo stato.

Per questo ArcelorMittal ha fermato la riconversione dei due impianti in Germania, rinunciando al miliardo statale, mentre prosegue il progetto di decarbonizzazione in Francia grazie al basso costo del nucleare. La verità è che di Ilva è stata decretata la fine (forse inconsapevolmente) quando fu deciso di toglierla ad ArcelorMittal e di non riaccendere più afo5. Oggi sarà il giorno della verità, l’ennesimo giorno della verità per Ilva e per Taranto, e il presentimento è che si assisterà a un gioco delle in gran parte già scritto. Dinanzi alla ineluttabilità del logoramento di Ilva, il piano predisposto dal ministro appare irrealizzabile e chiamare al tavolo gli enti locali corrisponde all’intento di farseli bocciare per scaricare su altri questo fallimento. L’ultimo tentativo per tenerla in vita sarebbe riaccendere afo5 e nel frattempo realizzare due forni elettrici a rottame. Ma gli acciaieri del nord non vogliono. Al massimo possono consentirne solo uno a Genova, mentre vanno a fare un impianto Dri in Algeria.

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