Chi ha scritto al direttore Claudio Cerasa
Al direttore – Non sono così sicuro che a Zelensky convenga partecipare al banchetto dei due ladroni.
Michele Magno
Al direttore – Consentimi una rapida osservazione all’articolo di Giuliano Ferrara sul Foglio del lunedì. Del tutto convincente ricordare, come fa Giuliano, il grave ritardo con cui l’Unione europea coglie la novità storica intervenuta nelle posizioni del mondo arabo su Gaza e su Hamas. La decisione della Lega Araba di condanna di Hamas e la richiesta della sua resa dovrebbe costituire il punto fondamentale di riferimento per lo sviluppo della iniziativa dell’Unione europea sul medio oriente e su Gaza. Giuliano mi perdonerà, ma non intendo invece le sue critiche agli europei su Kyiv. L’Unione europea continua a sostenere politicamente e militarmente la resistenza ucraina contro l’aggressione russa. Lo ha fatto ancora in queste ore nell’incontro di Londra – concluso con un documento definito dai russi, in un attacco di primitivismo isterico, “documento nazista”. Credo che andrebbe ricordato che senza l’iniziativa dei “volenterosi”, dopo l’agguato a Zelensky nello Studio Ovale, Trump non avrebbe avuto esitazioni né scrupoli nella ricerca di un accordo con la Russia di Putin sulla testa di Kyiv sacrificando Zelensky e l’Ucraina. Il rischio che accada permane, ma è ancora la tenacia con cui i “volenterosi” europei difendono la causa ucraina che, forse, eviterà che in Alaska si consumi un’altra Monaco. Forse…
Umberto Ranieri
Non tutto il necessario è sempre sufficiente, caro Umberto. Un abbraccio.
Al direttore – Lei ieri ha ribadito il tema dirimente della mala giustizia, ossia l’irresponsabilità di pm e giudici. Chi in questo paese può fare errori colossali e non pagare? Non la maestra. Non il secondino. Non l’idraulico. Non il muratore. E via enumerando. Settimane fa un esponente del Pd lodava alla radio il sistema ricordando che più delle metà degli imputati (dato purtroppo vicino agli indagati, visto che i gip funzionano solo di rado, etica prima linea contro gli abusi delle indagini) viene assolto. Mi scusi: un medico i cui pazienti hanno un tasso di mortalità superiore al 50 per cento lavorerebbe ancora? Un cordiale saluto.
Massimo Gabeli
(imputato)
Ragionamento perfetto. Ma attenzione ai dati. Il 50 per cento di imputati prosciolto o assolto in primo grado riguarda la giustizia militare. A livello più generale, secondo l’ultimo rapporto Eurispes, monitorando 13.755 processi penali in primo grado, si deduce che le assoluzioni rappresentano poco meno del 30 per cento delle sentenze emesse. Numeri diversi, stessa irresponsabilità. Un caro saluto.
Al direttore – Quest’estate per gli italiani in vacanza sono Meloni amari. Con i migliori saluti.
Roberto Alatri
Battuta buona. Ma i dati in verità dicono altro. Ieri Lorenzo Borga sul Foglio ha spiegato bene cosa sta succedendo. Il problema dell’estate non è degli italiani: è dell’Italia. I dati Eurostat dicono che mai così tanti italiani si sono potuti permettere, negli anni recenti, una vacanza. L’anno scorso il 31 per cento degli italiani non si è potuto permettere una vacanza di almeno una settimana: è il dato il più basso mai registrato dall’inizio delle rilevazioni nel 2004 (la media europea è del 27 per cento, negli anni Settanta solo il 21 per cento degli italiani faceva almeno un viaggio di piacere di più di quattro notti). Il turismo in Italia arranca. Gli italiani in vacanza no. Una bella differenza, vero?
Al direttore – Il cibo a Gaza non manca. Se così fosse ci sono innumerevoli paesi pronti a fornirlo. Arriva a un’organizzazione internazionale che è incaricata di distribuirlo. Ha le regole, i metodi, le persone e i mezzi per farlo arrivare alla gente senza discriminare? E’ il cibo che non arriva alla gente o è la gente che non arriva al cibo? Nel primo caso il cibo c’è ma non viene distribuito: la responsabilità è di chi è incaricato di distribuirlo. Nel secondo caso, c’è chi deliberatamente si frappone tra la gente e il cibo per intercettarlo e distribuirlo nei modi che preferisce. In che modo è possibile lucrare vantaggio dal non far funzionare il meccanismo di distribuzione? Appropriandosene prima che il cibo venga distribuito, si possono avere vantaggi economici pretendendo denaro per fornire un bene all’origine gratuito: vantaggi politici, selezionando i favoriti a cui verrà distribuito il cibo. Gli israeliani hanno interesse a mantenere il prezzo più basso possibile e a evitare discriminazioni che farebbero ulteriori nemici. Tutto l’opposto per Hamas: imporre un sovrapprezzo può finanziare l’acquisto di armi e proiettili. Discriminare aumenta la fedeltà dei propri simpatizzanti. La fame è, per Hamas, una strategia bellica: basti pensare agli ostaggi tenuti e affamati nei tunnel. “Quello che viene ignorato – scrive Claudio Cerasa – è che purtroppo la guerra in medio oriente non ha creato un nuovo antisemitismo: ha semplicemente dato una scusa in più, a chi odia gli ebrei, di odiarli ancora di più, e di considerare ogni ebreo colpevole semplicemente di essere ebreo”.
Franco Debenedetti