È scattata la sanzione europea a tutela dell’indipendenza dei media, ma il senatore forzista assicura: “Non è stata attivata nessuna procedura contro l’Italia. Ma anche se fosse, gli effetti arriverebbero dopo anni e anni”
C’è l’European media freedom act e poi c’è la Gasparri act: “Sono stronzate, non pagheremo nessuna Telemeloni Tax. E poi, anche se fosse avviata una procedura d’infrazione, ci vorrebbero anni e anni prima che produca degli effetti. Sai quanto ci mettono questi procedimenti?”. Le lungaggini burocratiche galvanizzano l’indomabile senatore di Forza Italia. “Prima di tutto Bruxelles manda una lettera generica, poi il governo risponde. E il carteggio dura tantissimo”. Nel frattempo da ieri è scattata la sanzione europea a tutela dell’indipendenza dei media: mai più ingerenze governative sulle decisioni editoriali, poi finanziamenti trasparenti e possibilmente pluriennali, e infine strette sul ricorso agli spyware contro i giornalisti.
Per la presidente della commissione europea von der Leyen la misura è “un pilastro essenziale per la nostra democrazia”, mentre per l’opposizione è tempo di aprire il portafogli: “L’Italia è sotto procedura di infrazione per le ingerenze del governo sulla Rai”. Gasparri non è d’accordo. “Il problema non esiste. Sono dei cazzari di dimensioni piramidali”. Oltre all’Italia, anche Francia e Germania rischiano problemi con Palazzo Berlaymont. Ma per ora tutto sembra fermo. Ma l’infrazione c’è o no? “Non è arrivata nessuna multa contro di noi. Abbiamo fatto verifiche dirette presso l’Ue”, garantisce il senatore. Giallo risolto. Qualche giorno fa è stata presentata una nuova riforma della Rai per adattarsi al diktat di Bruxelles. Via il cda scelto da Palazzo Chigi. Tre membri saranno individuati dalla Camera, tre dal Senato. Quello rimanente scelto dall’assemblea dei dipendenti Rai. “Spostiamo le nomine al Parlamento. A sinistra invece vorrebbero darle al circolo della pizzetta e agli amici del quarticciolo”. L’Usigrai, il sindacato dei giornalisti di Viale Mazzini, la chiama “riformicchia”, per il campo largo della commissione vigilanza “è irricevibile”.
“Loro sanno di dire bugie, ma sono disperati e non sanno che altro fare. C’è un dibattito in corso. Se l’opposizione farà proposte ragionevoli e nel merito le valuteremo”, dice Gasparri, che spinge per portare il testo in aula già a settembre. Intanto, la candidatura di Simona Agnes alla presidenza Rai (sostenuta da FI) è ostaggio dei veti incrociati tra maggioranza e opposizione. Per Mattarella è “sconfortante”.