Un’ammissione di debolezza da parte del presidente francese

Per il presidente del Crif la decisione di Macron di riconoscere lo stato palestinese è una mossa elettorale inefficace e pericolosa, scrive Le Point

Per Yonathan Arfi, presidente del Consiglio rappresentativo delle istituzioni ebraiche di Francia (Crif), la decisione del presidente della Repubblica francese, Emmanuel Macron, di riconoscere lo stato palestinese è una mossa elettorale inefficace e pericolosa. Samuel Dufay, del Point, lo ha intervistato.


Le Point – La Francia ha ragione a riconoscere lo stato di Palestina?

Yonathan Arfi – Il presidente della Repubblica aveva subordinato tale riconoscimento, in particolare, alla liberazione degli ostaggi, alla resa di Hamas e al riconoscimento di Israele da parte di altri stati della regione. Nessuna di queste condizioni è stata finora soddisfatta. Quello che oggi viene presentato come un passo avanti è in realtà un enorme passo indietro e un’ammissione di debolezza. Emmanuel Macron ambiva a ottenere un accordo globale che includesse la fine della crisi a Gaza, ma anche, oltre allo stato palestinese, una riconfigurazione regionale con il riconoscimento di Israele da parte degli stati della regione. Al posto di questo grande progetto, oggi sceglie di fare solo un piccolo passo avanti, scoprendo subito la nostra carta principale, quella del riconoscimento di uno stato palestinese, invece di riservarla per la fine del processo. Da un punto di vista morale, questo riconoscimento è un errore.

Perché?

Innanzitutto perché è già stata brandita da Hamas come una vittoria e una ricompensa per la strategia del terrorismo. Questa decisione controproducente rafforza purtroppo Hamas, che invece vorrebbe indebolire. E allontana le prospettive di una ripresa dei negoziati tra palestinesi e israeliani. Hamas riterrà che la sua strategia massimalista consenta di ottenere significativi vantaggi diplomatici. E i palestinesi vedranno in essa un riconoscimento delle azioni di questa organizzazione.

Comprende la soddisfazione espressa dai sinceri sostenitori della causa palestinese?

Il motore dei sinceri sostenitori della causa palestinese dovrebbe essere quello di aiutare la popolazione civile di Gaza. Da questo punto di vista, l’annuncio non apporta nulla. Al contrario, rafforzando la posizione di Hamas, allontana la prospettiva della liberazione degli ostaggi e di un cessate il fuoco, l’unica in grado di portare serenità e sicurezza sia ai palestinesi che agli israeliani. Ricordare le condizioni minime per il riconoscimento di uno stato palestinese non significa rifiutare questa prospettiva a lungo termine, ma ricordare le condizioni affinché un negoziato tra le parti porti un giorno a una pace giusta e duratura tra israeliani e palestinesi.

Questo riconoscimento non rimarrà puramente simbolico?

Sì, ma questa decisione mi rattrista perché rischia di svalutare la parola della Francia sulla scena internazionale. Innanzitutto, come ho detto, perché stiamo tornando sui nostri passi rispetto alle condizioni annunciate in precedenza. In secondo luogo perché la Francia si distingue dalle altre grandi democrazie che non hanno riconosciuto lo stato palestinese. Possiamo avere un peso solo se ci coordiniamo con questi attori.

(Traduzione di Mauro Zanon)

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