Ilaria Salis pretende di vietare un matrimonio “contro l’arroganza di Bezos”: molto fascistoide, come tic. Potrebbe invece imparare dal fondatore dell’Istituto di ricerche farmacologiche “Mario Negri” il metodo della condivisione e della scienza, che nulla vieta e nessuno manganella
Non sapremmo che estate augurare all’imbarazzante Manganellatrice di Budapest, ora travestita, con la consueta sciatteria, da Grisa di Venezia: è riuscita a scrivere, ahinoi maiuscolo come alle medie, “QUESTO MATRIMONIO NON S’HA DA FARE”. Non certo una calda estate nelle galere dell’ispettore Orbán, mai e poi mai. Ma un’estate a rinfrescarsi le idee sotto una vedovella, questo sì. Forse le verrebbe in mente che ognuno si sposa come e dove vuole, persino Gramellini sull’isola deserta. La scombinata monaca di Monza pretende di vietare un matrimonio “contro l’arroganza di Bezos e del suo mondo”. Invece di organizzare cortei e tentare di vietare la libertà degli altri (molto fascistoide, come tic) la Grisa di Venezia potrebbe imparare da chi ha più idee di lei il metodo della condivisione e della scienza, che nulla vieta e nessuno manganella. Come il gran Silvio Garattini, che intervistato su come far scampare l’estate torrida ai suoi coetanei, ha proposto l’idea dell’aria condizionata in sharing: “Gli anziani che non ce l’hanno in casa è bene che passino parte della giornata dove c’è, per esempio nei centri commerciali oppure a casa dei parenti”. E chi non ce l’ha può sempre acquistare un ventilatore su Amazon. Grazie al benefattore dell’umanità Jeff Bezos.