Non ho problemi con i miliardari né con il fatto che spendano il loro patrimonio per sposarsi a Venezia. Ho problemi con il matrimonio d’estate: una delle più atroci sciagure che possa capitare nella vita. Non vorrei essere nei panni sudati di Bill Gates, Leonardo Di Caprio, Kim Kardashian e compagni. Oltretutto, che gli regali?
La notizia è nota: Jeff Bezos, proprietario di Amazon e seconda persona più ricca del mondo, si sta per sposare con la giornalista Lauren Sánchez a Venezia. Il matrimonio si terrà in un giorno top secret fra il 26 e il 28 giugno, e alla cerimonia e ai festeggiamenti sono state invitate duecentocinquanta persone – insomma, la location sarà pure Venezia e gli sposi americani, ma per il numero d’invitati pare più un matrimonio pugliese. L’organizzazione ha prenotato quasi tutti gli alberghi più lussuosi sul Canal Grande e noleggiato buona parte dei taxi, oltre ad aver affittato l’intera isola di San Giorgio; e alcune zone della città saranno chiuse. Per queste e altre ragioni, alcune delle quali ideologiche, nel corso delle settimane è montata a Venezia la protesta di residenti e non: è nato il comitato “No Space for Bezos”, che si oppone all’occupazione-noleggio degli spazi cittadini da parte del ricchissimo americano. Lunedì, in piazza san Marco, Greenpeace ha esposto uno striscione gigante con su scritto: “If you can rent Venice for your wedding, you can pay more tax” / “Se puoi affittare Venezia per il tuo matrimonio, allora puoi pagare più tasse”. I manifestanti minacciano poi atti di boicottaggio contro la cerimonia e il party, fra i quali tuffarsi nel canale – non ho capito bene però che razza di protesta sarebbe, anzi, sembra un’attrazione che renderà questo matrimonio ancora più spettacolare: “Look, veneziani che si tuffano in laguna! Amazing!”. Poi ovviamente c’è chi minimizza con massime di grande saggezza e olimpico distacco (Cipriani, dal suo Harry’s Bar, dice “Bezos passa, Venezia resta”); e chi al contrario già conta i soldi in entrata, perché quello che Bezos spenderà per questo matrimonio (a occhio: tantissimo), Venezia lo incasserà.
Non sono interessato a prendere le parti di nessuno in questa disputa, preferisco stare a guardare e capire; ma non posso non dichiararmi contrario a questo matrimonio tanto dibattuto. Ma non perché lo sposo sia Jeff Bezos, né perché il tutto si terrà a Venezia, ma per il matrimonio in quanto tale, per giunta d’estate. Trovo che essere invitati a un matrimonio sia una delle più atroci sciagure che ti possano capitare nella vita; si può teorizzare che invitare persone alle proprie nozze sia un atto di estrema maleducazione, se non di ostilità vera e propria. Il matrimonio è una cosa che frega solo agli sposi (e ci credo: ci rimediano soldi e regali!), non certo agli invitati, costretti a sedere per ore in attesa del terzo primo o del quarto secondo già scazzati perché alleggeriti di un discreto gruzzolo ceduto per il regalo di nozze. (Oltretutto che gli regali a Jeff Bezos? Quello ha letteralmente già tutto e, se non ce l’ha, lo ordina su Amazon gratis!). Partecipare a un matrimonio in estate è una tortura ulteriore, con il completo e la cravatta e le scarpe di cuoio strette, a quaranta gradi all’ombra e un’afa assassina. Poveri Bill Gates, Leonardo Di Caprio, Barbra Streisand, Kim Kardashian, Orlando Bloom, Oprah Winfrey (fra i duecentocinquanta sciagurati invitati alle nozze del ricco Jeff): con il caldo che farà in Laguna nei prossimi giorni, non vorrei essere nei loro panni sudati. Anche perché è tutta gente ricca – Bezos non ha amici sotto un certo reddito – quindi le suite meravigliose che ha prenotato per loro se le possono permettere anche da soli. Jeff, lo dico a te come a tutti coloro che si sposano quest’estate: non invitateci alle vostre nozze, sposatevi per conto vostro e fateci sapere delle nozze a cose fatte. Gradiremmo molto, e vi promettiamo in cambio che saremo ancora più generosi con i nostri regali di nozze.