Sisto: “Ecco tutte le bufale dell’Anm sulla riforma della giustizia”

Intervistato dal Foglio, il viceministro della Giustizia smonta una per una le principali argomentazioni mosse dall’Associazione nazionale magistrati contro la riforma costituzionale: “Il pm resterà indipendente, anche Falcone era favorevole alla separazione delle carriere”

“I magistrati vincono un concorso ed emettono sentenze in nome del popolo italiano. Il governo e il Parlamento hanno invece un mandato a governare il paese. Sentir dire dall’Associazione nazionale magistrati che la magistratura, secondo i sondaggi, ha più consenso del governo e del Parlamento mi preoccupa molto. Mi dà l’idea di una magistratura che non ha ben chiara la separazione dei poteri e che, in qualche modo, vuole fare politica”. Lo dice al Foglio il viceministro della Giustizia, Francesco Paolo Sisto, protagonista lo scorso fine settimana di un vivace botta e risposta in un dibattito pubblico con il segretario dell’Anm Rocco Maruotti, incentrato sulla riforma costituzionale della separazione delle carriere e non solo. Per dare maggiore credito all’opposizione dell’Anm nei confronti della riforma, Maruotti ha evidenziato come secondo l’ultimo rapporto Eurispes la magistratura goda di maggiore fiducia dei cittadini rispetto al governo. “Ferma la mia stima per il dott. Maruotti, penso che sia molto preoccupante il tentativo di porre la magistratura sullo stesso piano di un governo e un Parlamento che hanno ricevuto il consenso dei cittadini per governare il Paese”, ribadisce il vice di Nordio. Nell’intervista al Foglio, Sisto smonta poi una per una le principali argomentazioni mosse dall’Anm contro la riforma costituzionale.

Secondo Maruotti, la riforma è nata dopo lo scandalo della giudice Apostolico. “Si è perso qualche capitolo di storia importante. La riforma nasce da lontano. A partire da Matteotti nel 1911, passando per i padri costituenti, come Chiaromonte, Terracini, Moro, Vassalli, Carnelutti, Calamandrei, Bissolati, Merlino, Turati, fino ad arrivare a Falcone, senza dimenticare la trentennale battaglia di Forza Italia: tutti sostenevano la necessità della separazione delle carriere”.

Per l’Anm la riforma riduce l’autonomia e l’indipendenza della magistratura, ponendo il pm sotto il controllo del governo. “La sottoposizione del pubblico ministero all’esecutivo, paventata dall’Anm, non esiste. Il nuovo articolo 104 della Costituzione rimane così com’è nella parte che riguarda l’autonomia e l’indipendenza dei magistrati. Si inventano fantasmi per spaventare il pubblico”.

Altro argomento dell’Anm: la separazione delle carriere esiste già, perché sono meno di 20 i magistrati che ogni anno passano di funzione (da pm a giudice e viceversa). Corollario: se l’obiettivo era la separazione delle carriere lo si poteva fare tramite legge ordinaria. “Il passaggio di funzioni non c’entra niente con la separazione delle carriere. Il cittadino che entra in un’aula di giustizia ha il diritto di vedere un giudice equidistante dalle parti, che quindi non ha nessun legame di parentela né con chi accusa né con chi difende, come previsto dall’articolo 111 della Costituzione. La terzietà significa diversità. Di conseguenza occorreva intervenire con una riforma della Costituzione: si tratta di ristrutturare la geometria del processo, separando geneticamente e culturalmente chi accusa da chi giudica, con un conseguente doppio Consiglio superiore per requirenti e giudicanti. E certo non si potevano istituire con legge ordinaria”.

Il sorteggio dei componenti togati delegittima il Csm e lo indebolisce. “Il sorteggio è come il cortisone: è un salvavita indispensabile, con degli effetti collaterali. Ciò che è accaduto è sotto gli occhi di tutti. Bisogna liberare i giudici dalle correnti. Occorre evitare che le correnti diventino cordate e che possano predeterminare le nomine al Csm”.

Vi accusano di aver negato il dibattito parlamentare sulla riforma. “Anche qui c’è un difetto di memoria e di conoscenza delle procedure parlamentari”, ribatte Sisto. “La riforma è rimasta in commissione Affari costituzionali della Camera per due anni. E’ stata oggetto di numerosissime audizioni: l’Anm più volte, docenti, avvocati, esperti di tutti i tipi. Dopo due anni il governo ha tirato una linea e ha elaborato un provvedimento che ha sottoposto prima al Cdm e poi alle Camere, che hanno tutto il diritto di votarlo senza modifiche, se lo condividono”.

“Palamara è stato cacciato dalla magistratura, Delmastro è stato condannato a otto mesi in primo grado e ve lo siete tenuto bellamente come sottosegretario”, le ha rinfacciato Maruotti. “Noto un’ulteriore amnesia costituzionale. L’articolo 27 stabilisce che si è considerati colpevoli soltanto con la sentenza definitiva di condanna. Il rischio è che qualcuno ritenga che la magistratura sia il correttore etico della politica, a prescindere dalle regole del gioco e dal valore del consenso dei consociati. Questo sarebbe drammatico, perché significherebbe stravolgere completamente ciò che la Costituzione prevede. Dato che, come ripeteva il mio maestro Renato Dell’Andro, tutti i moralizzatori finiscono per essere poi moralizzati, consiglierei, anche all’Anm, di evitare rischi di tal genere”, conclude Sisto.

  • Ermes Antonucci
  • Classe 1991, abruzzese d’origine e romano d’adozione. E’ giornalista di cronaca giudiziaria e studioso della magistratura. Ha scritto “I dannati della gogna” (Liberilibri, 2021) e “La repubblica giudiziaria” (Marsilio, 2023). Su Twitter è @ErmesAntonucci. Per segnalazioni: [email protected]

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