Sacrilegio a Venezia. Quello di Bezos non sarà un sacramento ma un simulacro

Altro che matrimonio, quello in Laguna sarà un party. Ecco alcune validissime ragioni per opporsi alle nozze-americanata del patron di Amazon

Matrimonio? Quale matrimonio? Il matrimonio è una cosa seria, serissima, quasi tragica. La famosa formula “finché morte non vi separi” rende bene la gravità di tale cerimonia. Escludo pertanto che a Venezia fra Jeff Bezos e Lauren Sánchez ci sarà un matrimonio. Non ci sarà un matrimonio in senso stretto perché i due sono entrambi divorziati e nessun sacerdote celebrerà un rito religioso. Non ci sarà nemmeno un matrimonio in senso lato perché non sono state fatte pubblicazioni e nessun sindaco leggerà davanti alla coppia i necessari articoli del Codice civile. Ci sarà una festa, questo sì, ma sarebbe meglio dire un party visto che di americanata si tratta: un grandissimo, costosissimo, invadentissimo party a Venezia. Non vorrei essere confuso con gli attivisti pauperisti, i soliti comunisti, del comitato “No space for Bezos” (servi anche loro della lingua imperiale, non gli è passato nemmeno per l’anticamera del cervello di usare “il più dolce fra tutti i dialetti d’Italia”, secondo la definizione goldoniana).

La mia avversione è squisitamente cattolica. Magari anche estetica e però so bene che l’evidente pacchianata della messinscena non turba nessuno, e allora lascio a uno scrittore del Novecento (Tommaso Landolfi) lo sdegno verso “sgraziati forestieri cui è ridotto a far le riverenze il superbo popolo veneziano”. Questo party che non s’avrebbe moralmente da fare ma che tuttavia materialmente si farà ha le caratteristiche della profanazione. A cominciare dai luoghi. Lo scambio degli anelli dovrebbe avvenire nell’isola di San Giorgio, negli spazi che furono di un monastero ed è qualcosa di più di un’appropriazione culturale: è un’appropriazione religiosa. San Giorgio è il cavaliere che trafisse il drago per salvare la principessa, una ragazza vergine simboleggiante la purezza. La diafana fanciulla dipinta da Paolo Uccello appare l’esatto contrario di Laura “Joker face” Sánchez, sotto ogni punto di vista. E nemmeno l’eroe di Cristo può essere in alcun modo confuso col fondatore di Amazon, campione del tecnonichilismo che nel 2012 supportò con 2,5 milioni di dollari una campagna per legalizzare le nozze di Sodoma. Gabbato il Santo, i due minacciano di scimmiottare qualche altro nobile rituale nella chiesa sconsacrata della Misericordia, e via di questo passo senza pietà per la città. Insomma non sarà un sacramento, sarà un simulacro. Non sarà un matrimonio, sarà un contratto, un contrattone (Bezos già viene dal divorzio più costoso della storia). Sacrilegio a Venezia.

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  • Camillo Langone
  • Vive tra Parma e Trani. Scrive sui giornali e pubblica libri: l’ultimo è “La ragazza immortale” (La nave di Teseo).

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