Israele dice di avere il controllo dello spazio aereo su Teheran

Secondo le Forze di difesa israeliane è stata raggiunta la “piena superiorità aerea” sulla capitale iraniana”. Colpito il quartier generale delle Forze Quds, potente unità militare iraniana. Alcuni rumors dicono che Khamenei è in un bunker

Israele: “Piena superiorità aerea sui cieli di Teheran”

Secondo quanto dichiarato dal portavoce delle Forze di difesa israeliane (Idf) Effie Defrin, l’Aeronautica militare israeliana ha stabilito una “piena superiorità aerea” sulla capitale iraniana Teheran. Nel corso di una conferenza stampa, Defrin ha aggiunto che l’aeronautica ha distrutto un terzo dei lanciatori di missili balistici dell’Iran e sta riuscendo a ostacolare “gran parte” dei suoi attacchi contro Israele. Stando alle dichiarazioni del portavoce delle Idf, tra ieri sera e questa mattina sono stati lanciati contro Israele 65 missili balistici e decine di droni in due raffiche, la maggior parte dei quali è stata intercettata, anche se tre impatti hanno ucciso otto persone. Secondo Defrin, l’Iran aveva l’obiettivo di lanciare almeno il doppio dei missili. Tuttavia, 20 missili balistici sono stati simultaneamente presi di mira dall’Aeronautica israeliana in Iran prima che potessero essere lanciati, ha riferito il generale. In base a quanto affermato dalle Idf, circa 50 aerei da combattimento e droni hanno individuato e colpito anche i siti di stoccaggio dei missili e i centri di comando. Le Idf hanno affermato che dall’inizio del conflitto scoppiato venerdi’ scorso, 13 giugno, sono stati distrutti oltre 120 lanciamissili balistici iraniani.

Israele: colpito il centro di comando della Forza Quds dell’Iran

Israele ha dichiarato di aver colpito il centro di comando della Forza Quds dell’Iran, un’unità militare speciale che conduce operazioni di intelligence e coordina il supporto agli alleati iraniani in medio oriente, tra cui Hezbollah e Hamas. Il gruppo fa capo direttamente alla guida suprema Ali Khamenei. Venerdì scorso lo stato ebraico ha iniziato ad attaccare i siti nucleari e militari dell’Iran, in una campagna che ha ucciso almeno dieci alti generali. Oggi i media iraniani hanno riferito che il consigliere politico dell’ayatollah, Ali Shamkhani – la seconda persona più potente del paese dopo Khamenei – è vivo ma ha riportato ferite nell’attacco del 13 giugno e che le sue condizioni di salute al momento si sono stabilizzate.

Nel 2020 gli Stati Uniti avevano assassinato Qassem Suleimani, l’ex leader della Forza Quds, corpo speciale delle Guardie della rivoluzione islamica, responsabile di organizzare assassini, rapimenti e attentati contro Israele in tutto il mondo. Ora gli attacchi israeliani hanno inferto un altro duro colpo alla catena di comando militare iraniana. Lunedì mattina presto, l’esercito israeliano ha colpito anche alcuni siti missilistici nell’Iran centrale. I caccia dell’aeronautica israeliana hanno attaccato e distrutto siti di produzione di missili terra-terra, siti radar e lanciamissili terra-aria a Teheran, dice il portavoce dell’Idf. Lo stato ebraico ha intimato ai propri cittadini di rimanere nei pressi dei rifugi, per timore della rappresaglia di Teheran. Poche ore dopo, infatti, le sirene hanno suonato in diverse zone di Israele e l’esercito ha dichiarato che l’Iran aveva lanciato una salva di missili balistici. Secondo la polizia israeliana, sono state colpite due comunità nel distretto di Tel Aviv. Nella vicina città di Petah Tikva, nel centro di Israele (nella foto qui sotto), un colpo su un condominio ha ucciso almeno quattro persone.

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Dov’è Khamenei

Il canale tv Iran International (con sede a Londra) riferisce che l’ayatollah Ali Khamenei “è stato trasferito in un bunker sotterraneo a Levizan, nel Nord-Est di Teheran, poco dopo che Israele venerdì ha iniziato i suoi attacchi a Teheran”. Tutti i membri della famiglia di Khamenei, compreso suo figlio Mojtaba, probabile successore, sarebbero con lui. Iran International ha ottenuto informazioni secondo cui Ali Asghar Hejazi, vice capo di gabinetto di Khamenei, starebbe negoziando con funzionari russi per garantire a sé e alla sua famiglia una potenziale uscita dall’Iran qualora la situazione dovesse peggiorare. Secondo le informazioni fornite dai media, un alto funzionario russo ha assicurato a Hejazi che, in caso di escalation, Mosca faciliterà il suo espatrio attraverso un corridoio sicuro.

Altri osservatori parlano di un bunker a Mashhad, la seconda città più grande dell’Iran e luogo natale di Khamenei, nel nord del paese.

Un’altra ipotesi di cui si parla oggi è che Israele sappia dove si trovi Khamenei, ma non voglia o non possa colpirlo. Secondo alcuni funzionari, sentiti da Reuters e dalla Cbs, il presidente americano Donald Trump avrebbe bloccato un piano israeliano per assassinare la guida suprema dell’Iran. Netanyahu, in un’intervista a Fox news, non ha confermato né smentito.

Il bilancio israeliano e quello iraniano

Secondo il ministero della Salute iraniano, gli attacchi israeliani hanno ucciso almeno 224 persone e più di 1.400 sono rimaste ferite.

Il bilancio di vittime ufficiale aggiornato in Israele per gli attacchi dell’Iran è di 24 morti da venerdì, 592 persone ferite di cui 10 in condizioni gravi, 36 in condizioni moderate e 546 con ferite minori. Teheran avrebbe lanciato fino a questa mattina su Israele 370 missili balistici, di cui 30 hanno colpito direttamente.

La strada stretta della diplomazia. Inizia il G7 in Canada

Si tratta dello scontro più letale e diretto tra i due paesi in decenni di conflitti a intermittenza, e finora non vi è alcun segno che una delle due parti intenda allentare la tensione. La strada della diplomazia appare limitata. L’Iran ha annullato i colloqui previsti per domenica tra Teheran e Washington sul futuro del programma nucleare, che Israele afferma di voler smantellare con la sua campagna militare. Intanto il Parlamento iraniano sta valutando di votare il ritiro dal Trattato di non proliferazione nucleare, ha dichiarato in conferenza stampa il portavoce del ministero degli Esteri iraniano, Esmaeil Baqaei.

I leader dell’Unione europea hanno ribadito domenica i loro appelli per una de-escalation e hanno sollecitato l’avvio di negoziati per porre fine al conflitto. In Canada per le riunioni del G7 che inizieranno lunedì, la presidente della Commissione Ursula von der Leyen ha dichiarato di aver detto domenica a Netanyahu che l’Iran non dovrebbe mai dotarsi di un’arma nucleare, ma ha aggiunto: “Una soluzione diplomatica rimane il modo migliore, a lungo termine, per affrontare le preoccupazioni relative al programma nucleare iraniano”. António Costa, presidente del Consiglio europeo, ha dichiarato: “È giunto il momento di dare spazio alla diplomazia e di offrire l’opportunità di ridurre l’escalation tra Israele e Iran”.

I lavori del G7 prendono il via oggi con le prime tre sessioni (Economia globale, Crescita economica, sicurezza e resilienza, Comunità sicure), seguite dalla cena di lavoro che è considerata uno dei momenti cruciali del summit in quanto è previsto che i leader discutano i temi geopolitici. Domani poi ci sarà una sessione “Un’Ucraina forte e sovrana”, con la partecipazione del presidente Volodymyr Zelensky e del segretario generale della Nato Mark Rutte. In base al programma, la presidenza canadese terrà le conclusioni del vertice nella penultima sessione, seguita da quella conclusiva sulla sicurezza energetica aperta ai vari leader dei paesi invitati.

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