AdR, regione, comune e parlamentari discutono di turismo e opere strategiche. Con una certezza: senza reti moderne, non c’è sviluppo
Se a Roma il turismo cresce, le sue infrastrutture – già non all’altezza di quelle delle altre capitali europee – devono farlo più in fretta. La capitale si gioca il futuro su binari, autostrade, piste d’atterraggio e banchine. È questo il filo rosso che ha attraversato il convegno “Insieme per il futuro di Roma e del Lazio”, organizzato ieri dal think tank Riparte l’Italia nella sede dell’Associazione Civita a piazza Venezia. Con il Giubileo che ha riportato sulla capitale l’attenzione del mondo e con quello del 2033, i duemila anni dalla morte e redenzione di Cristo, all’orizzonte, amministratori, parlamentari e manager hanno discusso durante quattro panel, dalla mattina a metà pomeriggio, su come colmare un ritardo che oggi rischia di diventare un ostacolo allo sviluppo. La speranza è che la capitale possa diventare sempre più attrattiva. Ma se questo accadrà, bisognerà farsi trovare preparati per reggere la pressione su trasporti, logistica e accoglienza, senza che il rilancio vada a sbattere contro un limite strutturale. Nel corso dell’evento lo ha detto con chiarezza il presidente della Regione Lazio Francesco Rocca: “Servono investimenti. Le infrastrutture sono essenziali non solo per il pendolarismo e l’industria, ma per un turismo che cresce e chiede qualità e accessibilità”.
La zona più popolosa della regione – l’area metropolitana di Roma, dove vive il 74 per cento dei residenti laziali – è anche quella più esposta ai colli di bottiglia. Tra le priorità, allora ecco il completamento del nodo ferroviario urbano, il prolungamento della linea C della metro fino a piazzale Clodio, la chiusura dell’anello ferroviario, i lavori alla nuova stazione del Pigneto. Altro asse strategico è quello delle Roma-Fiumicino: infrastrutture, logistica, aeroporto. E’ qui che si concentra il cuore della proiezione internazionale della città. E d’altronde alcuni passi in avanti per adeguare la città al futuro già sono stati fatti. “Tre anni fa – ha detto l’assessore capitolino al Turismo Alessandro Onorato – avevamo un terzo dei posti letto a cinque stelle rispetto a Milano, ora puntiamo al + 40 per cento entro due anni”.
Un capitolo a parte lo merita il potenziamo dell’aeroporto di Fiumicino. L’ad di Aeroporti di Roma Marco Troncone ha spiegato: “Abbiamo investito tre miliardi, ma il nostro masterplan prevede di arrivare nove per portare la capacità dello scalo a 100 milioni di passeggeri annui. Sembra una prospettiva fantascientifica, ma ci arriveremo presto purché ci si muova a sistema”. Centrale per questo obiettivo resta la costruzione di una quarta pista per gli aerei. Su questo punto è stata netta la convergenza dei relatori. Il sottosegretario all’Economia Federico Freni ha parlato di “crescita esponenziale” e della necessità di realizzare la quarta pista. Una posizione condivisa anche dal presidente Rocca e dal capogruppo di Forza Italia alla Camera, Paolo Barelli.
Fiumicino, entrato nella top 10 degli scali mondiali per connessioni, diventa così il simbolo di un modello da replicare. Una cooperazione istituzionale che funziona, in grado di attrarre capitali, regolare i processi, e generare ricadute economiche. “Il pubblico non può fare tutto”, ha ricordato Rocca. “Deve tornare a essere regolatore, lasciando che chi sa fare, lo faccia”. Il ragionamento si estende anche alla Fiera di Roma, oggi in crisi di identità e gestione. “Non può continuare a essere umiliata da eventi di scarso rilievo”, ha detto ancora il presidente della regione Lazio. “Noi faremo un passo indietro, daremo le regole. Ma poi serve chi la faccia vivere sul serio”. Un’apertura chiara alla gestione da parte dei privati. L’evento ha toccato anche il tema dei porti (Civitavecchia e Gaeta) e l’annosa quesito dell’autostrada Roma-Latina – definita da Rocca “la Salerno-Reggio Calabria del Lazio” . Giuseppe Biazzo, presidente di Unindustria, ha posto invece l’accento sulla necessità di pianificare anche oltre il Pnrr: “Serve pensare in ottica post-2026. Il dialogo con Regione e Comune c’è, ma bisogna attrarre nuovi capitali e garantire regole chiare”. La speranza di tutti è riuscire a fare sistema ed evitare che le ambizioni della capitale si fermino in coda sulla Pontina.