Bruxelles taglia le stime di crescita per Italia e Ue: “Pesano incertezza politica e tensioni commerciali”

L’economia dell’Unione europea e dell’Italia crescerà meno di quanto previsto in autunno, prima dell’insediamento di Trump. Dombrovskis: “Rafforzare la nostra competitività”

La Commissione europea rivede al ribasso le stime di crescita dell’economia italiana rispetto alle ultime del novembre scorso, quando Donald Trump non si era ancora insediato alla Casa Bianca. Stando a quanto emerge dalle ultime previsioni economiche per la primavera 2025, la crescita del pil reale italiano rimarrà stabile allo 0,7 per cento nel 2025 – ossia 0,3 punti percentuali in meno di quanto previsto sei mesi fa – per poi salire allo 0,9 per cento nel 2026. L’inflazione rimarrà al di sotto del 2 per cento sia nel 2025 (1,8 per cento) che nel 2026 (1,5 per cento), grazie alla dinamica negativa dei prezzi all’importazione e al moderato aumento dei costi interni, mentre a sostenere l’espansione economica ci sarà la domanda interna, in particolare grazie agli investimenti alimentati dalla spesa legata al Pnrr.

Sul versante del lavoro, secondo la Commissione l’occupazione in Italia continuerà a crescere nel periodo 2025-2026, seppur a un ritmo più lento. Per Bruxelles, la crescita dei salari rallenterà da qui all’anno prossimo, ma il numero di dipendenti del settore privato aumenterà più velocemente dei lavoratori autonomi. Il tasso di disoccupazione diminuirà ulteriormente, poiché la forza lavoro crescerà meno dell’occupazione totale, nel contesto di una popolazione in età lavorativa in calo.

Buone notizie sul fronte del bilancio dello stato. Da Bruxelles si stima che il disavanzo pubblico (cioè quando le uscite superano le entrate) scenderà al 3,3 per cento nel 2025 e al 2,9 per cento nel 2026. Nel 2024, la percentuale di deficit delle amministrazioni pubbliche era diminuito di 3,8 punti percentuali, arrivando al 3,4 per cento del pil, proprio “grazie alla graduale eliminazione di consistenti crediti d’imposta per le ristrutturazioni edilizie – leggasi Superbonus e altri interventi analoghi – e alle misure di sostegno legate alla crisi energetica, unitamente a un gettito sostenuto, in particolare derivante dalle imposte sul reddito delle persone fisiche e sulle attività finanziarie”. L’inflazione nell’area dell’euro, invece, continuerà a ridursi, passando dal 2,4 per cento nel 2024 a una media del 2,1 nel 2025 e dell’1,7 nel 2026.

Malgrado alcune previsioni più ottimiste, la revisione al ribasso delle stime di crescita in Italia riflette un calo previsto su larga scala. Secondo la Commissione, infatti, l’area euro dovrebbe salire dello 0,9 per cento nel 2025 e dell’1,4 per cento nel 2026: molto meno del +1,3 e +1,6 per cento stimati nello scorso novembre. Mentre la crescita attesa per l’Ue è +1,1 per cento nel 2025 e +1,5 per cento nel 2026, contro le stime precedenti pari rispettivamente a +1,5 e +1,8 per cento. L’economia dell’Ue continuerà quindi a crescere, seppure con un ritmo più modesto: “Ciò è dovuto in gran parte all’indebolimento delle prospettive commerciali globali e alla maggiore incertezza sulle politiche commerciali”, dicono da Bruxelles.

A rallentare è anche la crescita globale al di fuori dell’Ue, ora prevista al 3,2 per cento sia per il 2025 che per il 2026. Fino all’autunno del 2024 il tasso era pari al 3,6 per cento: “Questa revisione al ribasso – prosegue la nota – riflette in gran parte un indebolimento delle prospettive sia per gli Stati Uniti che per la Cina. Il rallentamento del commercio globale è ancora più marcato”. La conseguenza diretta sarà quindi una crescita dell’export solamente dello 0,7 per cento quest’anno, per poi accelerare del 2,1 a partire dall’anno prossimo. Ma il peso dei dazi e dell’incertezza grava anche sulla domanda interna. Tuttavia, per il board guidato da Ursula von der Leyen, all’orizzonte si profila “una moderata ripresa degli investimenti”: +1,5 per cento nel 2025 e +2,4 nel 2026, grazie al sostegno del Recovery and Resilience Facility (Rrf) e del Fondo di coesione, insieme a una ripresa nell’edilizia residenziale.

“L’economia dell’Ue sta dimostrando resilienza nonostante le forti tensioni commerciali e l’aumento dell’incertezza globale”, commenta Valdis Dombrovskis, commissario europeo per l’Economia e la Produttività, lanciando un avvertimento: “Non possiamo abbassare la guardia. I rischi per le prospettive rimangono orientati al ribasso, quindi l’Ue deve adottare misure decisive per rafforzare la nostra competitività”.

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