È la protesta alla Renzo Arbore: meno siamo, più larghi stiamo. Il Pd è sempre Alto gradimento. Sono le 11,45, e direbbe il regista francese Truffaut, “non tirate sul pianista”, sulla segretaria Elly Schlein. C’è una giornata intera da seguire, niente meno che una “maratona”. Si presentano a via Teulada per protestare contro il silenzio Rai sui referendum dell’8 e 9 giugno, si presenta lei, la segretaria Schlein, un furgoncino di parlamentari Pd, ma i militanti non ci sono. Saranno forse a parcheggiare? La vibrante protesta si può sintetizzare con ShleinGpt: “Vergogna, vergogna”.
Parla Stefano Graziano, capogruppo Rai, in vigilanza, Er mejo, e dice al giornalista Rai, che lo intervista, che il governo “non ha approvato il media freedom act”. Gli altri amici di Schlein-Arbore sono Michela Di Biase, Marco Meloni, il compagno Morassut, l’anti Elon Musk, l’infaticabile Andrea Casu, e si aggiunge Marianna Madia, che povera lei viene interrogata: “Ma lei come vota al referendum?” e Madia, che difende il Jobs act, spiega che non rinnega quella stagione. Il megafono è così piccino che viene voglia di chiamare Ugo Sposetti e raccomandargli: “Ugo, prendi dall’armadio tu i vecchi e bei megafoni degli anni sessanta”. Vabbè, di passaggio arriva Francesco Rutelli, che sta per entrare ai “Fatti vostri”.
La segretaria (ah dimenticavamo che c’è anche Marta Bonafoni, la Fazzolarina di Elly) anticipa che sarà alle ore 18 a piazza Vittorio per suddetta “maratona” con gli altri leader del centrosinistra. Il contenuto della protesta è minimo. Schlein: “Votare è importante, è un dovere civico. Noi faremo la maratona per avere corretta informazione Rai. Bisogna fare la riforma che rende la Rai indipendente dai partiti”. Abbracci, baci. Hanno tutti Er macchinone. Un fotografo: “Venti minuti e se semo levati la prima maratona”. Pd, grazie sempre, per la spinta propulsiva, per i sorrisi che ci regali. Il grande problema di tutti, del furgoncino di fotografi, giornalisti: “Eh, mo come se torna ar centro?”