Putin, mito delle destre estreme che si dichiara eroe contro il nazismo

Dalla Afd tedesca ai partiti estremisti in Romania, passando per Orbán che era addirittura tra gli invitati alla parata del 9 maggio, anche se non andrà. “Ma Musk e Thiel sono persino più pericolosi dell’estrema destra tradizionale”. Intervista al politologo ucraino Anton Shekhovtsov

Come è possibile che Putin celebri la vittoria sul nazismo – e come auspicio di “denazificazione” dell’Ucraina – proprio nel momento in cui si accresce la sua attrazione tra le destre radicali europee? L’elenco è lungo: dalla Afd tedesca ai partiti estremisti in Romania, passando per Orbán che era addirittura tra gli invitati alla parata del 9 maggio, ma non andrà. Politologo ucraino, membro dell’Istituto di Scienze umane collaboratore del Journal of Comparative Fascist Studies, Anton Shekhovtsov nel 2017 pubblicò “Russia and the Western Far Right: Tango Noir”. Nel libro spiegava che “nazista” nel linguaggio politico russo significa essenzialmente “antirusso”, e quindi un partito di estrema destra, con simpatie naziste, che si mette dalla parte di Putin cessa di essere considerato tale. “E continua ad essere così”, spiega. “Putin considera l’esistenza di un’Ucraina indipendente come una minaccia alla civiltà russa. Per questo il governo ucraino diventa un regime nazista o fascista in automatico. Denazificazione per lui significa che lo stato indipendente ucraino deve essere distrutto e quel che rimane dell’Ucraina deve essere russificato. Mentre la collaborazione con la destra radicale consiste nell’idea di minare il consenso democratico liberale in Europa”.

“Tango Noir” è stato scritto prima dell’invasione totale dell’Ucraina e da quel momento le relazioni di Putin con il mondo sono cambiate. “In Italia, per esempio esempio, la relazione con il Cremlino è diventata tossica per movimenti come la Lega di Matteo Salvini. Non è diventato nemico di Putin, ma per opportunità politica mostra di essersene distanziato. Qualcosa del genere è avvenuto in Francia, con il partito di Marine Le Pen. Ma, al contrario, in Ungheria Orbán o in Germania la AfD hanno addirittura rafforzato il loro discorso pro Putin”.

Secondo molte analisi, però, non solo Putin starebbe facendo un uso strumentale dell’estrema destra. Anche l’ideologia del suo regime si starebbe sempre più radicalizzando in questo senso. “Non appartengo a quel gruppo di studiosi o esperti secondo i quali Putin avrebbe un’ideologia strutturata. Putin è intellettualmente una persona molto debole, con due sole idee principali, molto semplici. Uno: l’occidente stia conducendo una guerra secolare contro la Russia. Due: l’occidente usa l’indipendenza dell’Ucraina come arma contro la Russia. Sono due narrazioni elementari, in base alle quali ritiene che distruggendo lo stato ucraino infliggerà un duro colpo all’occidente. Ha avuto queste idee da quando frequentava giovanissimo l’università e poi si è unito al Kgb, perché erano idee che si sono propagate tra la fine degli anni ‘60 e l’inizio degli anni ‘70”.

Non tutta l’estrema destra è attratta da Putin, ci sono poche eccezioni: “Dipende dalla storia dei determinati paesi e dalla storia delle loro relazioni con la Russia. In Polonia e nei paesi baltici non si può essere nazionalisti di estrema destra e filorussi. Ma, a parte questi casi particolari, oggi in generale l’estrema destra è con Putin, per visioni simili contro il liberalismo e sui valori tradizionali”.


Per la prima volta nella storia assistiamo a un avvicinamento non tanto tra due paesi, Stati Uniti e Russia, ma tra il modo di pensare dei loro presidenti, il trumpismo e il putinismo. C’è chi parla di ingaggi, chi di ricatti e chi invece di una convergenza di interessi. “Su ingaggi o ricatti, non ho prove. E’ però certo che ci sono contatti tra funzionari o politici vicini al Cremlino e il movimento Maga. Partecipano a diversi eventi insieme, in particolare a eventi religiosi o anti Lgbt. E c’è anche un’altra sovrapposizione molto importante tra il Cremlino e questo movimento isolazionista americano in chiave di comune odio verso l’Europa unita”.

Fino alla immagine della svastica col volto di Ursula von der Layen trafitto da baionette americane e russe. “Certo. Per i servizi di sicurezza di Mosca Trump è un alleato, e sia Elon Musk sia persone come Peter Thiel o Alexander Karp, appartengono a questo gruppo che io e altri esperti definiamo tecno-oligarchi, e che condividono con i cosiddetti tecnologi politici russi l’idea di sostituire la democrazia con un’autocrazia tecnologica. Secondo me, Musk e Thiel sono persino più pericolosi dell’estrema destra tradizionale”.

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