L’ex premier al Senato: “La presidente del Consiglio dispone delle partecipate e affoga i giornali, Berlusconi era un vero democratico a confronto”. Il botta e risposta con Renzi a colpi di “paraculo”
Se Giuseppe Conte arriva al Senato, l’articolo va cambiato. Veni, Conte Spiritus. La legge elettorale? “Meloni vuole una legge truffa!”. Il cardinale Parolin è amico suo? “Non posso parlare. Deciderà lo spirito santo”. Schlein sarà la papessa, la candidata premier? “Mi dicono che hanno dei dubbi anche nel Pd”. Presidente, cosa la preoccupa? “Meloni sta affamando e affogando la stampa libera attraverso le partecipate. Dispone della Rai e dei giornali. Berlusconi in confronto era un profondo democratico”. Presidente, chi difenderà i giornalisti? “Se dovessimo tornare al governo me ne occuperò io”. Il Conte è Pulitzer e New Conte Times.
Era un mesto pomeriggio, di quelli un po’ così, ma poi arriva lui, Conte, il Creator Spiritus del M5s, e il cielo si apre, i cherubini scendono e le righe si spalancano. Lo accompagnano i cardinali della sua comunicazione, Maria Chiara Ricciuti, la Papessa, Dario Adamo, il teologo del web, Rocco Casalino, il (Giovanbattista) Re dello spin, e fanno conclave, avvisano il Conte Spiritus: “Presidente, mo so’ cavoli. Chissà cosa esce domani”.
Insieme a frate (llo) Augusto Minzolini, fondatore dei minzoliniani scalzi, andiamo a chiedere la carità (qualche parola), ma soprattutto domandiamo a Conte se anche lui, come la premier (che sta parlando in Aula. Dirà Conte fuori, alle tv: “Supercazzole”) si catapulta dai ruscelli, insomma, se fa rafting. La risposta: “Cari, purtroppo io non ho tempo di fare rafting, mi occupo del paese, se fossi ancora premier penserei meno alle canoe e più ai carrelli della spesa che gli italiani non riempiono. Ah, mi scuso. Ho visto una vostra chiamata ma non ho risposto. Da una parte mi son detto: meglio che non rispondo, ma dall’altra ho pensato, chissà cosa mi toccherà leggere. Ma io rispetto la vostra autonomia”. Il presidente, che è al centro di una grandissima operazione in Campania, ha visionato degli articoli del Foglio, delle piccole parabole sul suo talento campano (per turlupinare Roberto Fico, può giocare la carta Cafiero De Raho) e noi torniamo alla carica. Presidente, in Campania chi candiderà? “In Campania o in campagna?”. In Campania? “In Campagna?”.
Il Conte Spiritus fa lo gnorri e si ferma un attimo per ragionare con Mariolina Castellone (altra possibile candidata per turlupinare Fico). Smontiamo il vecchio pezzo. Lui, Conte: “Vedo che non c’è più libertà sui giornali, vedo che Meloni attraverso le partecipate di stato dispone della pubblicità e questo si riverbera sugli articoli. E’ un tema che mi sta molto a cuore”. Il Minzo olia la penna mentre in Aula, Matteo Renzi provoca Meloni sul referendum, sulla legge elettorale, tanto che sui social FdI scatena la controaerea per bombardare i felloni di Italia Viva, ma Renzi non se ne cura, anzi, vittorioso, si dirige alla buvette e qui: l’agnizione. Renzi incede, Conte lo guarda, Renzi si ferma, Conte lo scruta, Renzi si avvicina, Conte si prepara. Renzi rivolto a Conte: “Torno ad ascoltare Patuanelli. Tu sei il più paraculo di tutti”. Conte: “Senti chi parla” e Renzi: “Paraculo come te”. Sorrisi. Sono momenti di altissima intensità, il paraculismo largo come possibile Cln anti Meloni. Conte, che è comandante Peppi, ci avvisa: “Testimoniate che mi sono spostato quando si è avvicinato Renzi anche perché Renzi, come si sa, pugnala, alle spalle”. Si ride come se si facesse rafting con la segretaria di Meloni, Patrizia Scurti, Ora pro Scurti.
Preghiamo e diciamo a Conte che lui e Renzi sono fatti della stessa pasta di cui sono fatti i premier e che si intendono come pochi di legge elettorale. Lei quale predilige? “Noi siamo per il proporzionale. Ma mi preoccupa il marchingegno che Meloni vuole escogitare”. Una truffa? “Esatto, come la legge truffa del 1953”. Presidente, torniamo alle sue angosce. Conte spiritus spiega: “C’è un problema di regolamentazione dei grandi colossi. Una volta uomini come Elon Musk, il presidente di PayPal mettevano a disposizione le loro piattaforme ma adesso non gli basta e vogliono entrare in politica. E’ una grande questione”. Presidente, Berlusconi, lo ammetta, era un uomo che lasciava libertà. Vero? “Senza dubbio, il suo conflitto d’interessi non lo nascondeva, era palese, era un uomo che sapeva affascinare, mentre il conflitto di Meloni, non si vede. In futuro me ne voglio occupare personalmente”.
Vuole fare il ministro dell’Economia, come Giorgetti, o il presidente del Senato e poi della Repubblica? “Io voglio solo servire gli italiani”. Presidente, Schlein non molla, sarà lei la candidata premier? “Una cosa alla volta. Cominciamo a unire le forze”. Gli viene fatto notare che per battere le destre servirebbe un profilo come il suo e Conte: “Fatemi pubblicità”. Presto avremo il nuovo Papa, ma per fortuna habemus il New Conte Times e anche il motto: all the news that’s fit to print/ Tutto ciò che vale la pena di contizzare. Visto, si stompi!