FdI e FI invitano a boicottare i referendum. Ora tocca ai partiti dell’opposizione metterci la faccia

Dopo Meloni, anche Tajani dice ai suoi di astenersi su lavoro e cittadinanza, nonostante l’impegno di Forza Italia sullo ius Italie. “Non è un tema da referendum”, dice il deputato azzurro Battilocchio. Le opposizioni tentano di unirsi tra i distinguo

Boicottati a destra, trascurati a sinistra. Tra poco più di un mese si vota sui quesiti referendari su lavoro e cittadinanza presentati da Cgil e +Europa e dai partiti di governo l’indicazione è quella di astenersi: niente confronto di merito, ma uno scontro sul quorum. A chiarire la linea ai suoi è stata prima Giorgia Meloni, anche per richiamare all’ordine chi come Walter Rizzetto, deputato di Fratelli d’Italia, aveva detto fosse giusto andare a votare. Ieri è stato il leader di Forza Italia, Antonio Tajani, a scoprire le carte. “Siamo per un astensionismo politico, non condividiamo la proposta referendaria”, ha detto ai cronisti che gli chiedevano conto della posizione del suo partito.

D’altra parte, è stata la stessa Forza Italia a presentare una proposta di legge per riformare modalità e requisiti per ottenere la cittadinanza, come prevede anche uno dei cinque quesiti su cui si voterà l’8 e il 9 giugno. Lo ius scholae, poi trasformato in ius Italiae, è stato il tormentone estivo del partito che fu di Silvio Berlusconi. Una proposta diversa da quella presentata da +Europa, che vuole portare da dieci a cinque gli anni necessari per poter richiedere la cittadinanza, ma che dovrebbe indicare la volontà di aprire un dibattito sul tema. Un’immagine su tutte, postata in pieno agosto, è la foto di Tajani con in braccio Blessing, una bambina dello Zambia arrivata nelle Marche per essere curata e adottata da una famiglia italiana. Perché non lasciare libertà di voto, invece che indicare l’astensione? “Non è un tema che può essere affrontato con un referendum”, risponde al Foglio Alessandro Battilocchio, responsabile di Forza Italia per l’Immigrazione. “E’ una materia che deve essere prerogativa del Parlamento. L’attenzione molto bassa che si registra testimonia anche questo: è meglio sottoporre al voto popolare tematiche differenti”, sostiene il deputato, che ieri alla Camera ha promosso un convengo sulle strategie per governare l’immigrazione. “Forza Italia ha espresso in maniera chiara la propria linea in materia di cittadinanza, che prevede un percorso diverso da quello oggetto di referendum – continua il deputato – ma facciamo parte di una coalizione e per andare avanti dobbiamo discuterne con i nostri alleati”. Un passo avanti e uno indietro, visto il muro dei partiti di maggioranza: la proposta di legge sullo ius Italiae, presentata a ottobre, non è ancora mai stata incardinata in Parlamento. “Non abbiamo ancora aperto una discussione nel merito con Lega e Fratelli d’Italia, ma è questa la cornice dentro cui ci muoviamo”, spiega Battilocchio, che ricorda invece l’iter avvitato per il decreto legge approvato in Consiglio dei ministri sullo ius sanguinis (che in realtà rende la procedura più restrittiva).

Di fronte al boicottaggio dei partiti di governo, almeno per un pomeriggio l’opposizione ha scaldato la voce sostenendo la partecipazione al voto. Ma nel merito i distinguo abbondano sia fuori che dentro i partiti. Sul lavoro la Cgil può contare sul sostegno di Pd, M5s e Avs, mentre sono contrari Italia Viva e Azione. Sulla cittadinanza, promossa da +Europa, si sono sfilati Azione e M5s. Un quadro politico che rende il quorum un percorso a ostacoli, ma la campagna referendaria deve ancora entrare nel vivo e il coordinamento tra i promotori e i partiti si sta rodando proprio in questi giorni. Finora a mostrare timidezza è stato soprattutto il Pd, anche per via delle proposte sul jobs act che agitano riformisti e schleiniani. A farne le spese è proprio il quesito sulla cittadinanza che i dem condividono ma su cui non si sono ancora spesi con decisione. Un segnale è arrivato ieri da Napoli, dove il sindaco Gaetano Manfredi ha organizzato un evento con il segretario di +Europa Riccardo Magi schierandosi a favore. L’obiettivo è riuscire a portare sul palco Elly Schlein per un evento più a ridosso del voto. Per la segretaria del Pd significherebbe mettere la faccia su una sconfitta quasi annunciata, ma sarebbe l’occasione per chiarire fino a che punto è disposta a sostenere l’iniziativa.

  • Maria Carla Sicilia
  • Nata a Cosenza nel 1988, vive a Roma da più di dieci anni. Ogni anno pensa che andrà via dalla città delle buche e del Colosseo, ma finora ha sempre trovato buoni motivi per restare. Uno di questi è il Foglio, dove ha iniziato a lavorare nel 2017. Oggi è responsabile del coordinamento del Foglio.it.

Leave a comment

Your email address will not be published.