“Da Bucarest a Berlino, no allo stop giudiziario degli estremisti di destra. L’Italia? Un esempio felice”. Parla Galli della Loggia

“I freni dei giudici ai partiti populisti sono controproducenti e illiberali, gli argini devono essere politici”, dice il professore. E sulla Germania e Afd: “La costituzione tedesca studiata per la guerra fredda consentirebbe di mettere fuori legge l’Afd, ma sarebbe un enorme errore”

“Penso che qualunque argine giuridico o giudiziario a una forza politica per le sue idee, anche le più estreme, sia illiberale e controproducente”. Ernesto Galli Della Loggia commenta quanto accaduto in Romania, dove, dopo l’esclusione per irregolarità nella campagna elettorale del candidato populista Celin Georgescu, sospettato di finanziamenti dal Cremlino, due giorni fa il partito di estrema destra Aur ha stravinto il primo turno delle presidenziali. Dice il professore: “E’ in corso da tempo uno spostamento a destra in tutte le opinioni pubbliche europee e questo accade per l’assoluta insipienza delle classi politiche, quasi sempre di centrosinistra, che hanno governato negli ultimi quindici anni. C’è stata – prosegue il professore – una mancata percezione del precipitare della situazione sociale e della crescita del malcontento. Ci si autocompiaceva dei risultati raggiunti dall’Unione europea, ma intanto sotto ai piedi si apriva un abisso”. In Romania l’esclusione di Georgescu ha avuto un effetto paradossale: rafforzare ancora di più la destra, eppure la decisione è stata presa dalla Corte costituzionale. “Il problema – dice Della Loggia – è che questa divisione tra decisioni politiche e decisioni giudiziarie lascia il tempo che trova agli occhi dell’opinione pubblica. Siamo davanti a un’ipocrisia che ha avuto troppo corso presso l’élite europee: non si possono attribuire al potere giudiziario una serie di decisioni che hanno invece un contenuto schiettamente politico. E poi mi faccia dire un’altra cosa…”. Ci dica. “Le intromissioni russe consistonoi nel pagare la propaganda di alcuni candidati, ma sono i popoli poi a votare quei candidati e non perché pagati anch’essi dal Cremlino”.



Intanto un sondaggio dice che in Germania il 48 per cento della popolazione sarebbe favorevole a mettere fuori legge l’Afd. Anche i servizi segreti tedeschi hanno aperto un dossier sul partito di estrema destra. “La notizia – dice il professore – è che c’è un’altra metà della Germania alla quale l’Afd invece piace, ed è questo che giustamente preoccupa. Per quanto riguarda invece il dossier dei servizi bisogna fare molta attenzione. La costituzione tedesca è una costituzione da guerra fredda che dà la possibilità di mettere a bando i partiti giudicandoli sulla base di qualifiche del tutto cervellotiche. L’articolo 9, credo sia utile citarlo, recita: ‘Sono vietate le associazioni i cui scopi e le attività siano dirette contro il principio della comprensione tra i popoli’. Cosa significa? E’ un principio molto vago che rende quella tedesca una costituzione illiberale: il liberalismo punisce le azioni, non le idee. Tutta questa indagine non si basa dunque sulla commissione di reati, sul ritrovamento di depositi di armi o cose del genere, è un’esame dell’ideologia che la costituzione tedesca prevede, ma che dal punto di vista liberale è agghiacciante”.



In Italia i populisti sono già andati al governo nel 2019 con l’esecutivo gialloverde. E’ stato una sorta di vaccino, esiste un metodo italiano alla normalizzazione delle forze anti sistema? “Guardate – risponde Della Loggia – Lega e 5 stelle non erano un problema per la democrazia italiana. Non avevano la compattezza e l’organizzazione necessaria: aprire il Parlamento come una scatoletta di tonno non è un programma politico, né lo erano i proclami al Papetee di Salvini. Il pericolo fu semmai la sgangherattaggine alla quale abbiamo assistito in quegli anni: dal reddito di cittadinanza all’abolizione della povertà, una roba ridicola. In ogni caso l’Italia offre in effetti un buon esempio di ‘digestione’, se così la possiamo chiamare, di forze che arrivano da una tradizione di destra extra costituzionale. E’ il caso dell’attuale governo guidato da FdI che da ormai tre anni ha cominciato un percorso di costituzionalizzazione, seguendo un percorso che altri in Germania, Francia o Romania dovrebbero fare. Da noi è stato più facile per due ordini di ragioni. Da un lato quella destra era stata già al governo, ma come compagine di minoranza, grazie a una grande intuizione di Silvio Berlusconi, dall’altro una gabbia istituzionale — con un presidente della Repubblica che vigila con attenzione — e mediatica ha aiutato la destra a costituzionalizzarsi, tanto che oggi se qualcuno dice che ci sono i fascisti al potere si copre di ridicolo, non sarebbe lo stesso con l’Afd in Germania”. Perché? Pensa che l’Afd o il Rassemblement national in Francia non possano fare percorsi simili? “E’ più complicato perché se arrivassero al potere lo farebbero in un clima molto più conflittuale. Inoltre dietro queste destre c’è il lavorio del Cremlino, una cosa che sappiamo invece con certezza non esserci dietro FdI”.

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